Impianti pubblicitari, Babele propone la cessione delle strutture a compensazione dei crediti

Roberto Del Maschio, amministratore della ditta Babele Srl, società che dal 2011 gestisce gli impianti pubblicitari in affissione diretta per il Comune di Aosta, spiega la proposta avanzata all’amministrazione comunale.
Società

“L’assessore Marzi sta valutando concretamente l’ipotesi di rescissione consensuale con cessione degli impianti a compensazione dei crediti, proposta che risolverebbe la vertenza dando un valore aggiunto al Comune”. Roberto Del Maschio, amministratore della ditta Babele Srl, società che dal 2011 gestisce gli impianti pubblicitari in affissione diretta per il Comune di Aosta, commenta così la decisione dell’amministrazione comunale di risolvere il contratto con la ditta, imponendole l’immediata sospensione dell’attività di gestione e di rimuovere, entro e non oltre 60 giorni, gli impianti pubblicitari.

Il contratto, in principio valido fino al 31 dicembre 2019, prevedeva che la ditta corrispondesse al Comune un minimo garantito annuo di 25.000 euro più Iva. Soldi che non sono mai arrivati in tasca al Comune negli ultimi tre anni nonostante le varie ordinanze d’ingiunzione. Il tutto per un credito vantato dal Comune di circa 90mila euro.

Del Maschio, però, racconta di aver avvertito più volte e fin da subito l’amministrazione riguardo a “l’impossibilità di mantenere il contratto con le clausole iniziali. Ciò che mi preme sottolineare – aggiunge – è che la Babele non ha mai avuto concretamente la somma rivendicata, non avendo incassato mai al di sopra dei 30.000€ l’anno con cui si sono parzialmente ammortizzati parte degli investimenti effettuati”.

"Nel 2012, infatti – continua Del Maschio – Babele ha progettato e in seguito acquistato oltre che posizionato gli impianti pubblicitari con investimenti superiori ai 100.000 euro, tutti a nostro carico. L’inizio dell’attività effettivo risale al 2013, dopo il collaudo degli impianti, sempre a nostro carico: l’anno si chiude con un fatturato di 23mila euro. A gennaio del 2014 ho quindi comunicato tempestivamente al comune che il contratto non è realizzabile senza modificare due clausole vessatorie: abolire il minimo garantito di € 25mila riconoscendo comunque il 21% dei ricavi come offerto in sede di gara d’appalto e abolire il pagamento dei tributi sulla pubblicità tramite il sistema vuoto per pieno riconoscendo comunque la reale tassazione in base all’utilizzo degli impianti”.

Babele chiude con un fatturato, riferito agli impianti pubblicitari, di 30mila euro nel 2014, e di 27mila nel 2015. “Ho proposto di riconoscere a rate mensili sia il 21% (circa 5000€) che il reale tributo ad Aps (circa 4000€) di competenza 2013, mentre l’anno successivo abbiamo comunque versato la quota in dodicesimi del minimo garantito del 2012 pari, a 2500 euro, anche se in quel periodo non erano stati generati ricavi. Nel 2015 la mia proposta di parziali modifiche contrattuali nonostante molti pareri favorevoli, sia legali che amministrativi, viene rigettata”.

A febbraio 2016, Babele invia per conoscenza la nuova proposta a sindaco, assessori e presidente del consiglio. Il Comune, però, tira dritto. "A causa del grave inadempimento contrattuale l’Amministrazione – si legge nel provvedimento di qualche giorno fa – sta procedendo all’escussione della cauzione definitiva prestata da Ditta Babele per l’importo di 20mila euro". Per i restanti 70mila euro il Comune avrebbe iniziato a valutare un’azione legale, anche se l’Assessore alle Finanze del Comune di Aosta, Carlo Marzi, si è dettp disponibile ad ascoltare "eventuali proposte che la ditta ci farà tutelando in ogni caso gli interessi dell’Amministrazione". La proposta, secondo Del Maschio, però, è già sul piatto da tempo.

“Sono certo che arriveremo a una risoluzione consensuale tra le parti – conclude l’amministratore di Babele – nessuno da questa vicenda ne esce vittorioso ma auspico una forma di rispetto maggiore verso chi lavora e si impegna con risorse proprie, e, nonostante l’evidente difficoltà, ha cercato di implementare un’attività imprenditoriale autofinanziata che addirittura foraggia le casse comunali”.

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