“Allarme e preoccupazione” degli avvocati per la carenza di giudici e personale

La situazione degli organici del Tribunale di Aosta è commentata dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, che denunciano “una inaccettabile compressione del diritto di accesso alla giustizia per i cittadini”.
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Cronaca

Dopo il Presidente del Tribunale di Aosta, a manifestare “allarme e preoccupazione” per le carenze di giudici e personale amministrativo a palazzo di giustizia, dal Giudice di Pace e all’UNEP di Aosta, è ora il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Aosta.

Per l’organo istituzionale degli avvocati, la situazione “che già oggi è fonte di ritardi e disagi nell’ordinaria gestione degli affari civili e penali”, è “destinata ad aggravarsi a seguito della annunciata richiesta di applicazione, seppur temporanea, di un giudice del Tribunale di Aosta al Tribunale di Ivrea”.

Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, al riguardo, “denuncia come tale situazione comporti una inaccettabile compressione del diritto di accesso alla giustizia per i cittadini, proprio in quell’area di ‘giustizia di prossimità’ che dovrebbe essere più celere ed efficiente”.

Oltretutto, continua il Consiglio, “le conseguenze di tali disfunzioni ricadono anche sugli avvocati, che vedono vanificato il proprio lavoro e non riescono a dare risposte ai loro assistiti”.

In conclusione, l’Ordine “auspica che nell’immediato siano quantomeno mantenuti integri gli attuali organici e che gli organi preposti si attivino immediatamente per assicurare la copertura integrale delle dotazioni”.

Carenza di giudici, l’allarme del Presidente del Tribunale di Aosta

26 Novembre 2024 – Ore 15.54

Quello della scopertura dei posti da magistrato al Tribunale di Aosta è un allarme che ritorna periodicamente. In questo momento, lo lancia il presidente facente funzione Giuseppe Colazingari e la causa è la possibile applicazione di uno dei Gip in servizio nel palazzo di giustizia del capoluogo ad un altro Tribunale, per sei mesi. L’operazione è ipotizzata dal Ministero per lenire la situazione di sofferenza di quell’ufficio sul piano dello smaltimento dei procedimenti.

Secondo Colazingari, se tale operazione andasse in porto “avrebbe sicuramente ripercussioni drammatiche” per il Tribunale aostano, perché “arriveremmo ad una scopertura del 37% che, su un organico già ridotto, che è teoricamente di otto persone, vorrebbe dire rimanere in cinque”, con “molta forza lavorativa da dedicare al penale”. Si tratta di un settore “con gli indagati in stato di custodia cautelare o sottoposti a misura cautelare” e che “deve andare comunque avanti mantenendo dei tempi rigorosi”.

“Due magistrati e mezzo” sarebbero “praticamente destinati al penale, gli altri al civile” e questo “comporterà presumibilmente un rallentamento della giustizia civile”, oltre a “creare sicuramente delle situazioni di incompatibilità per la celebrazione dei dibattimenti” penali. Anche perché, aggiunge Colazingari, “se io andrò a fare il Gip supplente probabilmente mi renderò incompatibile in molti processi, specie quelli più delicati, e non potrò presiedere più il collegio”.

Giuseppe Colazingari
Il presidente facente funzione, Giuseppe Colazingari.

Mantiene poi tutta la sua attualità il tema della scopertura dell’organico del personale amministrativo. Un argomento che già il predecessore alla presidenza del Tribunale, Eugenio Gramola, aveva sollevato a più riprese. “Se possibile, – afferma Giuseppe Colazingari – rispetto alla situazione di allora andiamo anche peggio, nel senso che al 30 giugno 2023 c’erano 22 persone su 35 in organico. A seguito di pensionamenti e trasferimenti sono rimasti in 17 su 35, quindi siamo oltre il 50%” di scopertura e “siamo ai limiti della sostenibilità”.

Non solo il comando di altro personale da enti come la Regione non è più una strada percorribile, precludendo così un supporto che finora si era rivelato concreto, ma nemmeno i concorsi più recenti, banditi a livello ministeriale, come quello tenuto in vista del maggior carico degli uffici giudiziari previsto per il Pnrr, hanno dato respiro al Tribunale del capoluogo. Ad Aosta non è arrivato nuovo personale neppure da quella selezione.

Il fatto, spiega Colazingari, è che Aosta “non è una sede particolarmente ambita per chi viene da fuori” regione. “E’ una città che, oltre al costo della vita elevato, – sottolinea il Presidente del Tribunale – presenta noti problemi di collegamento, per cui chi viene da altre regioni sceglie realtà come Torino o Alessandria, che comunque sono servite da una linea ferroviaria importante”. Sui due temi, le interlocuzioni con il Ministero sono aperte, ma “non porteranno a  breve a delle soluzioni, temo”. La domanda di giustizia della popolazione, però, è quotidiana e la fiducia nel sistema giudiziario non incondizionata.

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