La Giunta regionale continua a dire "no" a nuove concessioni per centraline idroelettiche ma con tutta una serie di eccezioni. Sono stati, infatti, varati oggi dal Governo regionale gli indirizzi agli uffici per una moratoria nell’esame delle domande di derivazione d’acqua a scopo idroelettrico.
La delibera, che andrà a sostituire quella del 2012, conosciuta come moratoria "Viérin", stabilisce che non possono essere richiesti nuovi prelievi di acqua da destinare alla produzione di energia idroelettrica salvo quelli: per il rifornimento energetico degli alpeggi e dei rifugi di alta montagna limitando la potenza nominale massima dell’impianto al valore di 50 kW e quelli che prevedono lo sfruttamento di derivazioni esistenti per usi agricoli o potabili anche per la produzione di energia elettrica previo adeguamento delle portate derivabili e al deflusso minimo vitale.
La moratoria non riguarda i Comuni, le associazioni di Comuni e le Società controllate regionali "in considerazione della valenza di tali investimenti per le comunità locali" che potranno quindi, comunque presentare domande per il rilascio di nuove subconcessioni "in considerazione della valenza di tali investimenti per le comunità locali". Inoltre, nell’ambito della promozione del mantenimento e dello sviluppo sostenibile delle fonti energetiche rinnovabili già esistenti, la delibera non esclude, ma anzi si parla di favorire, il potenziamento degli impianti esistenti con una specifica attenzione anche alle portate di deflusso minimo vitale.
I nuovi indirizzi si applicano da subito e sino all’approvazione dell’aggiornamento del Piano regionale di tutela delle acque, comunque non oltre il 31 dicembre 2017. Rispetto alle domande già presentate, invece, si introdurrà l’applicazione della procedura "Valutazione del rischio ambientale connesso alle derivazioni idriche", prevista dall’Autorità di bacino del fiume Po, nell’ambito del Piano di gestione di distretto.
"L’attenzione è sempre, giustamente, molto alta sulla questione dell’uso delle risorse idriche regionali – sottolinea l’Assessore regionale alle Opere pubbliche, Mauro Baccega – e la problematica va affrontata in modo complessivo, perché l’acqua è un bene comune e, come tale, deve essere utilizzato al meglio, nel rispetto del minimo deflusso vitale, ma deve anche poter essere utilizzata, dove è possibile nell’ambito delle procedure previste dalla normativa in vigore, in termini di produzione di energia. L’utilizzo della risorsa idrica a fini energetici costituisce infatti una fonte di finanziamento significativa per i bilanci pubblici."
Con la deliberazione di oggi è anche stata definita la procedura per far decadere il diritto di derivare ed utilizzo dell’acqua in caso di abusi reiterati costituiti dal superamento dei valori delle portate di prelievo e/o dal mancato rispetto degli obblighi di rilascio del deflusso minimo vitale.
"Con la deliberazione approvata oggi, – continua Baccega – si interviene in modo completo sull’intera materia, avviando la procedura di aggiornamento del Piano regionale di tutela delle acque, che risale al 2006, dando indirizzi specifici agli uffici per l’istruttoria delle domande di utilizzo delle acque a scopo energetico, prorogando di fatto una moratoria in vigore dal 2012, e definendo la procedura di sanzione quando si commettono abusi nei prelievi idrici sempre a scopo idroelettrico."
La delibera approva inoltre il documento “Relazione metodologica Preliminare”, predisposto dal Dipartimento programmazione, difesa del suolo e risorse idriche, per l’avvio della fase di concertazione preliminare di Valutazione Ambientale Strategica (VAS).