“La situazione del mercato del lavoro valdostano è tra le migliori in Italia”

Presentata l’analisi “Discontinuità e continuità nel mercato del lavoro regionale”, realizzata dall’Osservatorio economico e sociale della Presidenza della regione, in collaborazione con il Dipartimento politiche del lavoro.
Immagine d'archivio.
Economia

Sempre più donne al lavoro, a scapito della componente maschile, un settore pubblico, che non riesce più ad assorbire la sempre più alta richiesta di partecipazione e la crescita del settore terziario. Sono queste alcune delle novità che emergono dall’analisi “Discontinuità e continuità nel mercato del lavoro regionale”, realizzata dall’Osservatorio economico e sociale della Presidenza della regione, in collaborazione con il Dipartimento politiche del lavoro.

“Il mercato del lavoro in Valle d’Aosta tiene” ha spiegato Dario Ceccarelli, a capo dell’Osservatorio economico “I dati ci posizionano fra le situazioni migliori in Italia anche se è chiaro che con l’aumento della disoccupazione il disagio c’è”.

I dati sul 2015 mostrano come la Valle d’Aosta si trovi ancora in una grande fase di incertezza anche se emergono lenti segnali di miglioramento. La crisi – due in realtà quelle succedutesi dal 2008 ad oggi, con una breve interruzione – ha cambiamento strutturalmente il mercato del lavoro. Nel 2014 gli occupati erano 55.100, in calo rispetto al 2011 dell’1,8%, mentre le forze lavoro 60.500, in aumento del 2,2%. Le persone in cerca di lavoro passano quindi da 3.100 a 5.400. Rispetto al 2007 sono stati persi circa 1.700 posti di lavoro mentre la disoccupazione negli ultimi tre anni è passata dal 5,3 all’8,9%. A spiegare per il 60% quest’ultima è la componente maschile, la più penalizzata dalla crisi, meno 3,2% di occupazione rispetto al 2001, meno 7,9% rispetto al 2007. Nel breve periodo rimane invece stabile l’occupazione femminile mentre cresce rispetto al periodo pre-crisi (3,3%). “La Valle d’Aosta – ha ricordato ancora Ceccarelli – è la regione con il mercato del lavoro più femminilizzato”.

La crisi ha colpito negli ultimi anni soprattutto la componente dipendente (-2%) mentre guardando agli anni pre-crisi spicca la caduta occupazionale del lavoro indipendente (-9,4% in particolare femminile -11,4%) che fra il 2007 e il 2014 ha perso 1.600 posti di lavoro.
Diminuisce l’occupazione soprattutto quella a tempo pieno. Il part-time, infatti, cresce del 32,2% rispetto al 2007 e del 28,2% rispetto al 2011. Nell’ultimo periodo sono soprattutto i maschi a dover accettare orari di lavoro ridotti. Lavori part-time e a tempo determinato (+3,5% nel periodo 2011-2014). La crescita di quest’ultimi sembra nell’ultimo periodo essersi arrestata. Guardando ai settori viene ribadita come la crisi si sia abbattuta maggiormente sulle costruzioni – 1700 posti di lavoro persi fra il 2008 e il 2014 – seguita dall’Industria (meno 800 posti di lavoro). Cresce rispetto al 2008 l’occupazione nei servizi (+2,5%) che hanno creato 1000 nuovi posti di lavoro.

"Al fine di recuperare una rinnovata capacità produttiva e occupazionale e agganciarsi ai segnali di ripresa nazionale – ha sottolineato l’Assessore Donzel – è indispensabile una politica di sviluppo duraturo, sostenuta da investimenti in ricerca e innovazione”.

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