Riorganizzazione scuole medie, i sindacati: “Una trentina di posti di lavoro a rischio”

A essere interessati in misura maggiore dalla riforma, che entrerà in vigore dall'anno scolastico 2017/2018, saranno i docenti di tecnologia.
Sindacati scuola
Cronaca

“Non si può smantellare un sistema senza avere in mente un nuovo modello”. Così Cgil, Cisl, Savt e Snals sulla rimodulazione delle cattedre della scuola secondaria di primo grado che comporterà la perdita di posti di lavoro. Più di una trentina, secondo le previsioni dei sindacati, le cattedre che salteranno. A essere interessati in misura maggiore dalla riforma saranno i docenti di tecnologia.
“Fino all’anno scorso – ha ricordato Alessia Demé del Savt Ecole – la Regione ha detto che c’era un fabbisogno di insegnanti di tecnologia chiedendo quindi a questi insegnanti precari di abilitarsi con costi fino a 3mila euro. Non solo la Regione ha concesso loro le 150 ore per studiare con un costo che ricade sulla collettività. E ora che si sono formati, e abilitati dicono invece che non gli servono più”.

La riforma della scuola secondaria di primo grado è stata presentata ai sindacati il 4 dicembre scorso. La proposta, che entrerà in vigore dall’anno scolastico 2017/2018, prevede che sulla classe tecnologia, la 33/A si passi da tre a due moduli con la riduzione di 13 cattedre e l’esubero di 5 insegnanti a tempo indeterminato. Altri posti a rischio riguardano le cattedre di educazione fisica (2 posti), educazione musicale (3), lettere (3). “L’amministrazione inoltre non ha spiegato cosa succederà ai 13 posti aggiuntivi per l’integrazione degli alunni stranieri oggi presenti negli organici”.

L’allarme lanciato dai sindacati sul progetto di riforma verrà ora portato fino a fine gennaio nelle assemblee con i docenti. Le prime sono in programma il 15 gennaio a Villeneuve e Morgex, le ultime il giorno 28 a Verres e Pont-Saint-Martin, mentre nel capoluogo si affronterà la questione il 22.
“L’Amministrazione regionale – aggiunge Katya Foletto della Flc Cgil – sono i risultati degli alunni nelle prove Invalsi, a loro giudizio a fronte di un tal investimento di risorse non abbiamo dei risultati congrui. Quindi l’unica soluzione trovata è di rinunciare a delle risorse. Non ci sembra invece una soluzione funzionale perché proprio laddove si sono delle difficoltà si investe e non si tolgono risorse”.
Il taglio degli organici sulla scuola secondaria di primo grado altro non sarebbe poi che un “travaso di risorse”. La riforma delle superiori prevede infatti un aumento degli organici.

“Esiste un progetto a monte? – scandisce Alessandro Celi dello Snals –Se esiste sarebbe il caso di aprire un confronto a cui noi non vogliamo sottrarci. Gli insegnanti oggi hanno molte ore a disposizione dell’istituzione anche perché i supplenti non si nominano prima dei 15 giorni, se queste ore non ci sono più perché si aumenta l’orario frontale quindi bisognerà pagare gli straordinari con un conseguente aumento costi.”
I sindacati temono che dopo la sanità la razionalizzazione arrivi nel mondo scolastico. “Non sono altro che tagli che lasceranno dei nervi scoperti”.
 

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