Pirogassificatore, il ricorso domani approda in Consiglio di Stato

L'udienza, però, potrebbe risolversi in un nulla di fatto: le ditte aggiudicatarie dell'appalto di costruzione sarebbero intenzionate a rinunciare all'esecutività della sentenza, spostando la "partita" alla discussione di merito, prevista per il 10 marzo.
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Cronaca

E’ atteso per domani, martedì 19 gennaio, il giudizio del Consiglio di Stato sulla richiesta di sospensiva avanzata dalla Regione sulla sentenza del Tar della Valle d’Aosta dello scorso 21 ottobre, che aveva dichiarato illegittima la revoca – deliberata dalla stessa Amministrazione regionale – dell’appalto di costruzione del pirogassificatore per lo smaltimento dei rifiuti.

L’udienza di domani, in camera di consiglio, opporrà la Regione, difesa dagli avvocati Gianni Maria Saracco e Francesco Saverio Marini, al raggruppamento delle aziende che si erano aggiudicate l’appalto, cioé la "Noy ambiente SpA", la "Rea Dalmine SpA", la "Gea Srl", la "Valeco SpA", la "Cogeis SpA", la "Iveis SpA", tutte difese dagli avvocati Riccardo Montanaro, Cristiana Romano e Guido Francesco Romanelli. Al novero di società destinatarie del ricorso regionale va aggiunta la "Paul Wurth Italia SpA", che avrebbe dovuto realizzare l’impianto assieme alle altre ditte, e che è difesa dai legali Giuseppe Abruzzese, Tommaso Li Bassi, Filippo Pacciani e Alessandro Botto.

Il "round" di domani, potrebbe, tuttavia, risolversi in un nulla di fatto. E’ infatti particolarmente accreditata la tesi secondo cui le ditte che si erano aggiudicate la costruzione, in sede di udienza abbracceranno una linea incentrata sulla rinuncia all’esecutività della sentenza del Tar. A quel punto, verrebbe meno uno dei presupposti della richiesta di sospensiva depositata dalla Regione, che vedrebbe pertanto "svuotarsi" la prima delle richieste avanzate ai giudici del secondo grado amministrativo. La partita passerebbe quindi all’udienza per la discussione nel merito del ricorso, fissata per il 10 marzo prossimo.

Qualunque sarà l’esito, comunque, quella di domani rappresenterà l’ennesima pagina di una vicenda ormai annosa. L’Amministrazione regionale aveva avviato, nel novembre 2012, le procedure per annullare la gara indetta per la realizzazione dell’impianto di pirogassificazione. A incidere sulla decisione di fare "dietro-front", fu in particolare l’esito del referendum popolare, in cui i valdostani avevano bocciato l’ipotesi di costruire la struttura.

Le ditte che avevano partecipato alla gara, aggiudicandosela, si erano opposte a tale scelta, presentando il ricorso. Il TAR, nell’ottobre 2015, aveva accolto l’istanza, stabilendo l’annullamento degli atti impugnati, cioé in particolare la delibera di revoca della gara. "Conseguentemente – avevano scritto i giudici amministrativi – va dichiarato l’obbligo dell’Amministrazione regionale di concludere la procedura per l’affidamento in concessione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani della Valle d’Aosta di cui alla deliberazione della Giunta Regionale del 21 dicembre 2012”, nel termine di trenta giorni dalla comunicazione della sentenza, “fatte salve eventuali ulteriori determinazioni dell’Amministrazione".

All’indomani di quella sentenza la Regione ha presentato appello al Consiglio di Stato, chiedendo sia la sospensiva (in ragione del termine stabilito dai magistrati amministrativi), sia la riforma della decisione di primo grado. Il futuro è un capitolo che verrà scritto da domani.

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