Cronaca di una débâcle che era nell’aria. Chi ha scelto il treno per raggiungere la Valle e visitare la “Foire” 2016 è andato incontro a una vera e propria Odissea, ma con ben poco di epico. In assenza di convogli speciali, se il treno delle 8.23 è arrivato sostanzialmente puntuale e con non troppi viaggiatori a bordo, quello che doveva essere ad Aosta alle 9.33 – il regionale 4007 – è spuntato in stazione con quasi un’ora di ritardo, stipato all’inverosimile e con i passeggeri sull’orlo di una crisi di nervi.
La situazione, secondo i racconti, è precipitata ad Ivrea, dove il convoglio si è formato. Nella stazione eporediese si presentano centinaia di persone intenzionate a salire, ma il treno – malgrado la richiesta annunciata dalla Regione negli scorsi giorni di “incrementare il numero di carrozze” – ha i vagoni di ogni giorno. I passeggeri, capito il viaggio che li aspetta, si rivoltano: “Noi, così, non saliamo”. La situazione è tesa, manca poco che si passi alle mani e la decisione di aumentare il numero di vetture arriva in fretta.
L’operazione, però, non è immediata. “Siamo rimasti fermi mezz’ora, – ha detto un viaggiatore – per aggiungere due vagoni”. Sono comunque pochi rispetto alla folla desiderosa di vedere la “Foire” del fine settimana, attesa da anni, tanto che c’è chi resta a terra, ma il “Minuetto” riesce infine a muoversi. Nel frattempo, in stazione ad Aosta, iniziano gli annunci di ritardo, con Trenitalia che si scusa per i “trenta minuti” in più. Trascorrono, ma alle 10.01 del treno non c’è ancora traccia.
Non solo. Il regionale successivo (il 4009), atteso per le 10.31, sull’unico monitor che indica gli arrivi ha già 10 minuti di ritardo segnalati. Poco dopo, la “magia”: la segnalazione sparisce e l’ora d’ingresso in stazione del convoglio viene modificata in 10.56: venticinque minuti più del previsto.
Quando sono passate le 10.15, arriva il primo dei due treni, non lontano dall’ora di ritardo. Definirlo pieno all’inverosimile è riduttivo. Gente in piedi, nei passaggi tra i vagoni, di fronte alle uscite. “Abbiamo viaggiato pigiati come zanzare”, esclama un anziano, cui fa eco una signora che evoca: “come quelli che andavano ai campi di concentramento”. Impossibile, in quelle condizioni, pensare anche solo di muoversi, figurarsi di usare i servizi.
I passeggeri sciamano verso il passaggio pedonale, sotto gli occhi di alcuni agenti di Polizia allertati verosimilmente dall’eco delle tensioni di Ivrea, ma il loro intervento non serve. Ragazzi, bambini, adulti e anziani desiderano solo abbandonarsi alla festa dell’artigianato, malgrado a fare le spese dei “rapporti tra la Regione e Trenitalia caratterizzati da una forte tensione” nell’ambito della “ridefinizione dei contenuti tecnici ed economici del contratto di servizio”, siano stati proprio loro.
Le testimonianze dei viaggiatori: