“L’acqua deve rimanere un bene comune”. Le proposte di cinque associazioni

In vista dell’aggiornamento del piano di tutela delle acque, cinque associazioni – Legambiente, Valle Virtuosa, Attac, Cai e Decrescita felice – mettono nero su bianco otto proposte per tutelare “l’acqua bene comune”.
La centralina idroelettrica di Dolonne
Società

In vista dell’aggiornamento del piano di tutela delle acque, cinque associazioni – Legambiente, Valle Virtuosa, Attac, Cai e Decrescita felice – mettono nero su bianco otto proposte per tutelare “l’acqua bene comune”.

Il documento, inviato alla Regione e a breve ai comuni, punta i riflettori sugli impianti di depurazione e sul servizio idrico integrato. “Sui depuratori delle acque reflue la Regione è molto indietro” spiega Rosetta Bertolin di Legambiente “L’unico depuratore in funzione è quello di Aosta mentre mancano in media e bassa Valle e in Valdigne non è ancora funzionante”.

Le associazioni, nel chiedere che “l’acqua potabile sia disponibile per tutti e non troppo cara” ricordano come “spesso l’inquinamento delle acque arrivi dall’agricoltura e in particolare dall’utilizzo di pesticidi e fitofarmaci, non sufficientemente monitorati in Valle”.

Altro tema a cuore alle associazioni è l’idroelettrico. “In Valle d’Aosta se ne fa un uso eccessivo” sottolineano le associazioni “e la ricerca del profitto, eccessivo, spinge a utilizzare qualsiasi corso d’acqua”. Ad oggi in Valle sono 320 circa le concessioni rilasciate. A preoccupare le associazioni sono soprattutto quegli 80/100 impianti autorizzati ma non ancora realizzati. “Stanno aspettando solo che lo Stato sblocchi gli incentivi” ricorda Bertolin.

Centraline idroelettriche che stanno deturpando il paesaggio valdostano i cui elementi costitutivi sono proprio torrenti, ru, laghi e cascate. “Il turismo rappresenta la maggior fonte di ricchezza per la Valle d’Aosta” sottolinea Marcello Dondeynaz del Cai.
L’eccessivo sviluppo dell’idroelettrico porta con sé altri problemi. “Quasi il 50% dei comuni in estate ha problemi di carenza idrica” evidenzia Sandro Bortot di Attac.  Inoltre i profitti delle centraline restano solo in mano ai privati. “Bisogna ribaltare il rapporto esistente, i maggiori utili devono andare ai comuni” aggiunge Bortot.

Sempre sull’idroelettrico le associazioni chiedono procedure di autorizzazione più rigorose, l’aumento dei canoni di derivazione e sanzioni più elevate.

Sprechi sotto i riflettori di Valle Virtuosa e dell’Associazione Decrescita Felice. “A parte Aosta gli altri comuni non si sono ancora preoccupati di capire quali e quanti siano le perdite sulle reti idriche” denunciano Jeanne Cheillon e Paolo Gino.

Le associazioni rivolgono, infine, un invito alla popolazione a prendere parte al processo partecipativo in corso per la costruzione del piano regionale di tutela delle acque.

I prossimi due incontri sono in programma mercoledì 29 e giovedì 30 giugno, con inizio alle ore 9, nel salone di Palazzo regionale.

 

 

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