Aosta, la Consulta per le Attività Culturali denuncia: “Nessuna considerazione da parte del Sindaco”

L'ente - che non prevede spese gestionali e i cui componenti sono tutti volontari, senza previsione di alcuna retribuzione o rimborso spese di sorta - dovrebbe essere rinnovato a ogni cambio di amministrazione.
Società

Non chiede soldi ma considerazione. Con una lettera aperta la Consulta comunale per le Attività Culturali della Città di Aosta – che quest’anno festeggia i suoi primi 25 anni di attività – denuncia la scarsa considerazione ricevuta dall’Amministrazione comunale. 

L’ente – che non prevede spese gestionali e i cui componenti sono tutti volontari, senza previsione di alcuna retribuzione o rimborso spese di sorta – dovrebbe essere rinnovato a ogni cambio di amministrazione, da regolamento, entro 60 giorni da tale formalità (avvenuta il 4 giugno 2015).

"Benché sia trascorso oltre un anno dalle elezioni, la Consulta non è ancora stata rinnovata/nominata dal Sindaco e le diverse sollecitazioni rivolte all’Amministrazione civica onde dar corso a questo semplice e veloce atto amministrativo (a costo zero) non hanno prodotto ad oggi alcun risultato" scrivono i volontari nella missiva inviata al primo cittadino. 

"Anzi, a fronte di un nostro tentativo di autoconvocarci e autonominarci alla fine dell’estate scorsa, “forzando la mano” alle regole e alla prassi fin qui seguite – si legge ancora nella missiva –  siamo stati prontamente stoppati dal dirigente preposto con una formale comunicazione datata 18 settembre 2015 con l’avvertimento che questo iter non ci competeva (in quanto non siamo facoltizzati a promuovere azioni derogatorie o alternative…) e che la dilazione dei tempi, non motivata da carenza di attenzione, era causata dall’attuale congiuntura e dalle molteplici criticità che ne sono derivate".

L’Amministrazione, accusa la Consulta, si è ricordata dell’ente "solamente per… toglierli la metà degli spazi della sua sede (fatto accaduto oltre 3 mesi or sono). E probabilmente anche per eliminare ogni sorta di contributo alle iniziative culturali". 

I volontari della Consulta ribadiscono quindi di non accettare "l’assenza totale di considerazione che il Comune ha nei suoi confronti. Cioè il fatto di non essere stata ancora insediata e di non essere – nel frattempo – neppure stata coinvolta (quale ente istituzionale consultivo) in nessuna problematica culturale. Ci domandiamo se tale latitanza sia il frutto di una carenza organizzativa, oppure di un modo di amministrare poco attento e disinteressato alle risorse (gratuite) locali, oppure infine non nasconda un preciso disegno politico-amministrativo di voler affossare un ente che, nonostante non costi nulla al Comune, si è sempre distinto per libertà d’azione e pluralità di pensiero".

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