"Si tratta di un edificio rettangolare all'entrata del paese venendo da La Magedeleine, praticamente diroccato". Il sindaco di Chamois Remo Ducly descrive così il mulino idraulico del paese, che è stato utilizzato dagli abitanti fino agli anni '60 e poi abbandonato. "Ora abbiamo intenzione di recuperarlo, utilizzando dei risparmi accumulati negli anni – spiega Ducly – come già intorno al 2000 si era ristrutturato il forno collegato a questo edificio".
Prima di prendere questa decisione il Comune ha chiesto un parere legale all'avvocatura del Celva, per capire se ci fossero dei vincoli di proprietà sul mulino o se, come poi dimostrato, si potesse considerarlo di proprietà comunale.
"Risulta accertato – spiega la relazione dell'ufficio legale – da un lato che il bene fosse destinato quantomeno ad un uso collettivo e che, dall’altro, è impossibile stabilire se esso appartenga ad una consorteria, ovvero a qualsivoglia altra collettività di persone". "Ne risulta – conlude il documento – che l'immobile già a partire dal 1976 ha assunto natura di bene demaniale del Comune e, pertanto, questo potrà liberamente disporne".
L'amministrazione di Chamois impegnerà perciò 200 mila euro per le varie fasi di progettazione e per i lavori: "Due anni fa – fa sapere Ducly – abbiamo già fatto lavori sul canale che passa dietro l'edificio, prevedendo già le prese adatte al mulino". La speranza è di avere i progetti entro il 2017 e cominciare i lavori.
La struttura non è collegata con gli otto mulini idraulici, di minore dimensione, tutti disposti sullo stesso ruscello che scorre nella vicina La Magdeleine, visitabili su prenotazione anche con degustazioni di pane, salumi, vino e miele e collegati da un sentiero percorribile da turisti: "Ovviamente – spiega il sindaco – un domani ci piacerebbe metterlo in rete con questi".
Il sito web della guida ambientale escursionistica Gian Mario Navillod riporta un passo di un diario inedito dell'insegnante ed esperta di storia e tradizioni locali Serenella Brunello. Questa riporta la testimonianza del più anziano abitante di località Suisse, Emilio Lettry, il quale racconta che negli anni '50, prima della costruzione della funivia, la grande macina dal peso di 500 chilogrammi del mulino veniva trascinata da Buisson fino al paese con la forza di ben sedici persone.
Brunello parla di "un complicato marchingegno con cui si riusciva a trascinare su per la mulattiera quella fenomenale ruota di pietra" e di "una ciclopica impresa che impegnava i sedici valorosi per un’intera giornata", con lo scopo di "assicurare per 10-12 anni il funzionamento del mulino, dove si portavano a macinare i raccolti di segale, orzo e avena".