Da Aoste ad Aosta, al “Moderno” i pastelli su legno della pittrice Mélissa Losano

In mostra fino all'8 aprile al ristorante di via Aubert i ritratti dell'artista francese proveniente da Aoste, nella regione Rodano-Alpi: "Ad Aosta ho riscoperto le mie radici e ho capito perché avevo un predilezione per l'arte ed il legno".
I ritratti di Mélissa Losano in mostra al Ristorante Pizzeria Moderno, ad Aosta
Cultura

Da Aoste, ad Aosta. Non è un gioco di parole né un facile 'calembour' sulla natura bilingue della nostra Regione e del nostro Capoluogo, ma un vero e proprio 'passaggio di frontiera' artistico. Sì perché in pieno centro ad Aosta, e precisamente al Ristorante Pizzeria Moderno di via Aubert, è allestita – ancora fino all'8 aprile – la mostra di quadri, la tecnica scelta è quella del pastello su legno, di Mélissa Losano, pittrice, ebanista, restauratrice e conservatrice del Patrimonio francese.

La particolarità di Mélissa è che arriva da Aoste, ridente cittadina francese di 2500 anime del Dipartimento di Isère, nella regione Rodano-Alpi, distante 220 km circa da Aosta. Un vicinanza non solo di nome, scoperta dall'artista nel suo percorso creativo: “Ho scoperto naturalmente questo legame – spiega Mélissa – perché mia madre ha dei parenti ad Aosta. Ho potuto così ritrovare le mie radici e capire perché avevo un predilezione per il legno e per l'arte in generale ed in una regione così culturalmente ricca sono riuscita a mettermi in contatto con il Dipartimento Culturale della Valle”.

Non ci sono soggetti ricorrenti, nei quadri di Losano, ma un legame con la realtà che l'artista vive tutti i giorni: “Le opere esposte al Moderno sono dei ritratti che seguono la mia ispirazione, ma a volte sono persone che incontro nella mia quotidianità tentando di 'trascrivere' le loro personalità attraverso i miei pastelli cercando poi di trasmetterle all'esterno. Per questa mostra volevo che ogni persona seduta a tavola, al ristorante, si ponesse delle domande davanti ai miei ritratti, chiedendosi chi fossero le persone dietro ad ogni viso”.

Vicino alla tradizione valdostana, poi, al netto della tecnica, c'è l'utilizzo del supporto: “Vista la mia formazione da ebanista e nell'intarsio – spiega – non posso concepire le mie opere senza utilizzare il legno, una vera e propria sorgente di vita. Ho scelto il pastello, poi, perché mi piace molto il modo in cui scivola e si incanala tra le venature del legno”.

A parte la vicinanza, di nome e di fatto, tra le due città quasi omonime, le differenze sono forse troppe: “Forse è stato solamente un caso – spiega Mélissa –, una pura coincidenza, oppure un segno del destino. È vero che c'è un legame tra Aoste e Aosta, grazie soprattutto alle vie commerciali di epoca romana, ma è difficile comparare le due realtà perché c'è un mondo di differenze. In Valle però ho potuto constatare come il restauro e l'arte siano una caratteristica acquisita, naturale e come le persone che se ne occupano amino ritrasmettere il loro sapere con passione e con molta generosità”.

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