Lo hanno fatto perché annoiati. Pare sia questa la banale motivazione che, pochi giorni fa, ha spinto tre ragazzi adolescenti di Carpi a rubare 5 pullman, alcuni usati come autoscontri nel piazzale, altri che dopo la devastazione di strade e semafori sono stati lanciati a tutta velocità contro l’Istituto Scolastico Meucci di Carpi, frequentato da due dei vandali, provocando danni per mezzo milione di euro! Se avevano come obiettivo quello di saltare qualche giorno di scuola, ci sono riusciti, dato che l’Istituto è inagibile; forse alcuni degli studenti li ringraziano e li stimano.
Una bravata, una “gogliardata” come loro stessi l’hanno definita, quando sono crollati durante gli interrogatori; dalle indagini svolte anche attraverso le chat e i social network, in cui si vantavano delle loro azioni, non emerge nessuna vendetta contro la scuola, nessuno scontro tra bande, nulla; hanno semplicemente voluto avere la loro “notte da leoni”.
Sarebbe stato più sano un movente rabbioso, l’odio verso quella scuola oppressiva, per esempio; oppure una dimostrazione di forza tra bande rivali, una stupida prova di coraggio. No, arrendiamoci. E’ solo noia. E’ solo superficialità. E’ solo vuoto, da colmare con azioni folli.
In questi giorni qualche esperto ha correlato l’azione anche con l’abitudine degli adolescenti a vivere tutto come un gioco, fenomeno oggi amplificato dall’utilizzo, spesso smodato, di videogiochi in cui il protagonista guadagna punti girando per le strade, ammazzando pedoni e devastando la città; certo che dobbiamo aiutare i ragazzi adolescenti a capire che la vita non è tutto un gioco, che nell’off-line non guadagni dei punti, ma fai danni reali, che hanno un costo economico e una conseguenza legale grave.
Ma non possiamo ridurre tutto ai videogiochi, alla superficialità dei giovani di oggi, alla mancanza di ideali e valori; mettiamoci anche che “non esistono più le mezze stagioni” e siamo a posto!
La domanda cruciale è: dove sono i genitori?
Questi ragazzi erano normali, di famiglie ordinarie, con genitori lavoratori, ma erano in giro alle 4 di notte del venerdì sera. A 16 anni è normale vivere la notte con tanta libertà? Direi di no. Possiamo cominciare, con coraggio, a dare di nuovo queste risposte così semplici che rasentano l’ovvietà pedagogica? O, l’unica risposta che sento spesso, con annessa crescita di bile nel mio fegato, è “che ci vuoi fare, ormai ha 16 anni, è grande”. E’ grande?? A 16 anni??
No, a quell’età non sei grande, ma ti senti grande, e in quanto adolescente hai queste caratteristiche:
– sei immaturo ma ti senti un figo
– non sei consapevole dei rischi e delle conseguenze delle tue azioni
– ami le sfide e ti senti invincibile.
Come insegnano le neuroscienze e come dice bene Alberto Pellai, i ragazzi agiscono seguendo il loro “cervello emotivo”; noi genitori dobbiamo essere la loro “corteggia prefrontale”, quello spazio in cui si andrà a formare definitivamente quella parte del cervello che governa le azioni e il pensiero cognitivo-razionale. La loro è ancora in formazione, mettiamocelo in testa! Sta a noi presidiare ciò che fanno, e come lo fanno. Oggi, più che mai, non possiamo permetterci di essere genitori distratti.
Il fatto è che, ammettiamolo, a volte la distrazione è la scelta più facile: ho il sospetto che mia figlia chatti con sconosciuti e invii foto sexy ai ragazzi? Se controllo il suo cellulare e scopro che è vero, dovrò sequestrarle il telefono per un po’…e sai che liti ne nascono! Temo che mio figlio si sbronzi di vodka tutti i sabati sera? Se prendo provvedimenti mi toccherà vietargli di uscire per un po’… e sai quante discussioni mi devo sorbire! Lo so, dare regole e soprattutto farle rispettare è la parte più dura del lavoro del genitore.
Chiariamoci: attenzione non significa iper-tutela carica di ansia, o la rimozione continua di fatiche e ostacoli. Anzi, sta proprio qui il nocciolo del problema di molti adolescenti. Strade spianate dai genitori, poche fatiche da reggere, poco lavoro in famiglia. Un adolescente deve avere una vita impegnata, fatta di attività sane e costruttive; cosa che potrebbe prevenire un patologico accumulo di noia.
Quali impegni per riempire la vita di un figlio adolescente?
– La scuola in primis, che dobbiamo far passare noi come priorità, come una cosa seria, come un’opportunità per il loro futuro. Ma se ogni due per tre ti giustifico perché non ce l’hai fatta a studiare, ti permetto ogni tanto di non andare a scuola perché sei stanco, ti dò una pacca sulle spalle all’ennesimo 4 dicendoti “vabbè, fai meglio la prossima volta”, sarà dura che tu la viva come un impegno! E così, non ti sto aiutando a diventare forte e resiliente. Purtroppo, ogni tanto studiare è anche fatica!
– Lo sport che, ormai è risaputo, è uno dei fattori protettivi affinché abbiano una vita sana e non girino la città imbrattando muri e bruciando cassonetti. Anche lo sport è una cosa seria: agli allenamenti si va, anche quando non se ne ha voglia. Se ci sono troppi compiti, devono imparare ad organizzarsi per tempo. Per caso a voi permettono di non andare al lavoro perché avete troppi impegni familiari quel giorno, e tra lavatrici, la cena e i figli non ce la fate proprio ad andare in ufficio! Ahimè, no!
– Il lavoro in famiglia: non accontentatevi che sparecchino la tavola e mettano in ordine, ogni tanto, la loro camera. In adolescenza mi pare un po’ pochino. A quell’età possono e devono collaborare anche lavando, spazzando, stendendo, stirando, cucinando, aiutando con orto e giardino, badando ai fratellini.
Se ci sono i 3 punti sopra, forse rimane ancora un po’ di tempo per l’intrattenimento con i videogiochi e i social network, che è normale e non va demonizzato nei giovani di oggi; ma certo non ne rimane molto! Di sicuro rimane poco tempo per rubare autobus, commettere reati, e ritrovarsi inspiegabilmente in stato di fermo, come sta accadendo ai nostro baldi giovani di Carpi.