“L’Alta Valle d’Ayas può diventare un punto di forza del turismo dolce”

Prosegue la “mobilitazione pacifica” del gruppo “Ripartire dalle Cime Bianche” contro il progetto di collegamento fra la Valle d’Ayas e Valtournenche.
Da sx Martina Gerosa, Marcello Dondeynaz e Gianni Gasparini
Società

Prosegue la “mobilitazione pacifica” del gruppo “Ripartire dalle Cime Bianche” contro il progetto di collegamento fra la Valle d’Ayas e Valtournenche. I 40 residenti e turisti storici di Ayas possono contare fra i loro sostenitori lo scrittore Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega 2017. Nei giorni scorsi Cognetti, che vive in una baita a Estoul, ha lanciato dalle pagine di Repubblica un appello ai suoi “amici montanari“ per la salvaguardia del vallone. “Fermatevi, pensate ai figli. L'integrità di quel vallone per loro varrà mille volte di più di qualsiasi pista costruirete, quella è la vera eredità che gli spetta, il patrimonio che gli state portando via” il messaggio dello scrittore.

Parole che ricalcano quelle che il gruppo di lavoro “Ripartire dalle cime Bianche” da due anni sta cercando di far passare a tutti i livelli impegnandosi innanzitutto a far “conoscere, per  tutelare, per valorizzare lo straordinario patrimonio di natura e cultura racchiuso nel Vallone e nell'alta Val d'Ayas”.

E così dopo il primo pieghevole pubblicato l’anno scorso dal titolo “Cime Bianche: un vallone di grande bellezza” quest’anno il gruppo ha lavorato su Saint-Jacques, la sua chiesa e la rettoria.

“Il collegamento sarebbe disastroso per questa valle” sottolinea Gianni Gasperini “ed è contrario ad ogni logica della globalizzazione e della salvaguardia della natura. Bisognerebbe avere la volontà di rinunciare a qualcosa”. Ricorda i tesori del Vallone di Cime Bianche, Marcello Dondeynaz. “Se c’è un luogo che racchiude natura, cultura, archeologia è questo. Ha un unicum geologico, è un territorio ricco dal punto di vista della flora e della fauna tanto che è stato inserito in una zona protetta ma è anche un vallone ricco di storia con testimonianze dell’estrazione e lavorazione della pietra ollare”. Ricordando come il 2017 è l’anno del turismo sostenibile Dondeynaz conclude: “Oggi ci sono le condizioni perché ci sia un cambio di passo e l’alta Val d’Ayas diventi un punto di forza del turismo dolce”.

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