Da anni i riflettori dell’Osservatorio sulla qualità dell’aria di Aosta si accendono sul benzo(a)pirene. Dal 2012 il valore medio annuo dell’inquinante, accertato come cancerogeno per l’uomo e originato dalla combustione di materiale organico, è cresciuto, superando negli ultimi anni il valore obiettivo in alcune stazioni di monitoraggio del fondovalle e di Aosta. L’Assessorato regionale all’Ambiente ha deciso, quindi, di correre ai ripari vietando dal 1° novembre al 28 febbraio gli abbruciamenti in tutti i comuni della Valle, indipendentemente dalla quota altimetrica. La delibera è passata lunedì scorso in Giunta e ora dovrà andare all’esame dei sindaci.
“La combustione dei residui agricoli dà origine a polveri sottili (PM10-PM2.5) – si ricorda della delibera – le quali veicolano a loro volta composti cancerogeni, come ad esempio il benzo(a)pirene e diossine…"Le concentrazioni di tali inquinanti risultano più critiche nei mesi invernali, in quanto ad esse si sommano quelle derivanti dal riscaldamento domestico e dal traffico”.
Il divieto potrà essere superato solo previa autorizzazione del sindaco del comune territorialmente competente e su segnalazione del Corpo forestale della Valle d’Aosta e “solo qualora sussista la necessità di effettuare interventi di carattere fitosanitario, che prevedano l’abbruciamento delle parti infette in un particolare stadio evolutivo dell’insetto o del patogeno per limitarne la diffusione, come avviene ad esempio per la Processionaria del pino”.
"E' una misura sperimentale, tra l'altro prevista dal piano aria – spiega l'Assessore regionale all'Ambiente, Fabrizio Roscio – e presa d'accordo con l'Assessorato all'Agricoltura e l'azienda Usl. Bisogna abbassare il benzo(a)pirene e visto che non si può vietare alle gente di riscaldarsi andiamo a intervenire sugli abbruciamenti di sterpaglie".