Proporre un’alternativa “equa e solidale” alla spesa di tutti i giorni al supermercato, favorendo i piccoli produttori locali, con un occhio di riguardo per la sostenibilità ambientale e, perché no?, per il portafoglio: sono questi i principi di base dei GAS – Gruppi di Acquisto Solidale – che da ormai qualche anno hanno preso piede in tutte le principali città italiane.
Non è da meno Aosta, dove il GAS nasce nel 2005 e, dopo 8 anni, diventa un’associazione. Daniele Stellin ne fa parte da una decina d’anni: “Sono venuto a conoscenza dei GAS grazie alla televisione, che guardo poco. Penso fosse il programma Report. Parlando con qualche amico ho scoperto che ad Aosta esisteva un gruppo informale di persone che aveva dato vita al GAS”, racconta. “Certo, di acqua sotto i ponti ne è passata, da quando ci organizzavamo con i fogli di carta o file Excel e email. Ora usiamo un programma gestionale e ci siamo costituiti in associazione, con statuto e ruoli direttivi. Io adesso sono il referente per quanto riguarda il riso. Ci riuniamo mediamente una volta al mese”. Il GAS di Aosta è costituito da volontari, che pagano una quota minima annuale e danno la propria disponibilità a contribuire all’associazione. Sono circa 90 i nuclei famigliari che vi hanno aderito.
“Ci sono diversi temi portanti alla base dell’associazione”, spiega Stellin. “Innanzitutto, si vogliono favorire i piccoli imprenditori locali, laddove possibile e qualora rispettino determinati valori: ovviamente i piccoli produttori non possono permettersi di vendere al dettaglio, ma facendo ordini consistenti i GAS fanno sì che questi possano vendere ai privati come se fossero un negozio. Accorciare la filiera vuol anche dire ridurre l’impatto ambientale legato ai trasporti ed agli imballaggi”. Certo, la Valle d’Aosta risulta abbastanza svantaggiata vista la limitata gamma produttiva, quindi molto spesso bisogna rivolgersi all’esterno. I prodotti che vengono acquistati sono perlopiù beni a lunga conservazione quali riso, pasta, pesce in scatola, ma anche olio, detersivi ed altri: una trentina di prodotti che vengono ordinati due volte all’anno. Quando si tratta di beni alimentari, la priorità viene data a chi utilizza coltivazioni biologiche. Un occhio di riguardo viene dato anche ai produttori impegnati in attività di valenza sociale e che attuino politiche lavorative tutelanti: “Ad esempio, da un paio d’anni acquistiamo gli agrumi da una cooperativa di Rosarno, dove qualche tempo fa c’era stata una marcia di protesta da parte dei braccianti sfruttati. Diversi produttori si sono associati e tutti quelli che ci lavorano, dall’imprenditore al bracciante, sono soci”, spiega Stellin.
Una volta individuato il produttore, il referente dello specifico prodotto si occupa di aprire l’ordine su Gestigas, il programma gestionale, e di tenere tutti i contatti con il fornitore e con i corrieri. Ogni associato indica la quantità di prodotto che vuole acquistare e, una volta ricevuto l’ordine, inizia lo smistamento. “Abbiamo un accordo con l’Emporio Solidale Quotidiamo: per quattro giorni al mese ci mettono a disposizione due stanze della loro sede dove facciamo arrivare gli ordini e dove facciamo lo smistamento dei prodotti, tendenzialmente facciamo in modo di far arrivare più prodotti alla volta per ottimizzare gli smistamenti”, continua Stellin. “In cambio, lasciamo all’Emporio circa il 5% dell’ordine che facciamo, affinché l’Emporio possa continuare a funzionare e possa distribuire prodotti di qualità un po’ diversi dal solito. Se si tratta di ordini voluminosi, come pasta, riso, agrumi, lo facciamo presso il vivaio della cooperativa Mont Fallère”. Oltre alla spesa, il GAS di Aosta organizza anche incontri di divulgazione e dibattito.
I GAS – che nelle grandi città non si occupano solo di prodotti ma anche di servizi, come ad esempio gli asili – sono anche uno stimolo per i produttori. Daniele Stellin racconta che “si possono fare delle promesse d’acquisto: noi possiamo fare un ordine ancora prima che il bene ci sia. Ad esempio, può succedere con i pomodori: se so che d’estate faccio la salsa ed ho bisogno di un tot di chilogrammi, il produttore sa che una parte del proprio raccolto è già venduta. È utile anche perché, pagando in anticipo, alcuni produttori possono comperare l’attrezzatura o le sementi necessarie. Un altro esempio curioso lo abbiamo avuto qualche tempo fa con i capponi. Un produttore era interessato a provare ad allevarli, ma ovviamente venderli sarebbe stato troppo rischioso. Così noi abbiamo fatto l’ordine in anticipo, a condizione che fossero allevati a terra e con determinati mangimi, ed a Natale abbiamo fatto un ottimo pranzo”.
Attualmente, circa 90 nuclei famigliari fanno parte del GAS di Aosta: “Abbiamo raggiunto in passato un picco di 120-130 persone, prima di diventare associazione. Il problema però era che era necessario strutturarsi in associazione, sia perché qualcuno magari non si faceva mai vedere, sia perché c’era bisogno di regole e scadenze più fisse. In questo passaggio abbiamo perso un po’ di gente e siamo scesi a 70, per poi tornare a crescere, più strutturati: tutti si danno da fare e condividono questi principi”. Dal biologico all’equo e solidale, dal rispetto per l’ambiente al sostegno ai piccoli produttori, grazie ai GAS la spesa non è più una mera questione di risparmio, ma anche di valori e qualità.
Per informazioni:
GAS AOSTA – Gruppo di Acquisto Solidale
Telefono: 338 673 94 90
Email: info@gasaosta.it
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