Due anni fa si sono vaccinati contro l'influenza il 43% degli over 65, l'anno scorso la percentuale è salita al 46% dei 29 mila anziani presenti in Valle d'Aosta. “La media nazionale è un po' al di sopra della nostra – spiega il direttore di distretto sanitario Roberto Rosset – e l'obiettivo primario sarebbe quello di raggiungere il 75 per cento”. Questo pomeriggio l'assessorato regionale alla Sanità ha presentato l'annuale campagna di vaccinazione antinfluenzale.
“La campagna è mirata in particolare a quelle persone con patologie cardiache, respiratorie o ai diabetici – spiega la direttrice della struttura Igiene sanità pubblica Marina Verardo – ma quest'anno abbiamo pensato di insistere anche su una categoria esposta e che non può permettersi molte assenze da lavoro ed è bene inoltre che non diffonda il contagio nel proprio ambiente di lavoro, come quella degli operatori sanitari”.
Verardo ha ricordato che quest'anno sarà possibile assumere gratuitamente anche la vaccinazione antipneumococcica: “Il vantaggio è che basta una puntura perché valga per tutta la vita – spiega – a differenza di quella antifluenzale che va purtroppo rifatta ogni anno, perché varia il virus”. Quest'anno il virus dell'influenza sarà di ceppo A, con variazioni nei sottoceppi rispetto agli anni scorsi, e di ceppo B: “Ci aspettiamo una forte virulenza – spiega Verardo – dai dati che arrivano dall'Oceania, dove è già cominciata l'epidemia”.
La conferenza stampa è stata caratterizzata dalla presenza, a metà sala, di alcuni appartenenti ai gruppi antivaccinisti o “per la libera scelta”, in maglia gialla, assieme al consigliere comunale dei 5 Stelle di Aosta, Luca Lotto. Un'attivista ha chiesto dei dati sull'efficacia dei vaccini. “C'è una rete consultabile su internet, che si chiama Influnet, in cui sono disponibili tutti i dati raccolti dai medici di base anche in Valle d'Aosta – ha spiegato Rosset – non abbiamo mai rilevato casi di sindrome influenzale tra gli ultrasessantacinquenni vaccinati”.
“Due anni fa abbiamo avuto in Valle quattro morti per complicazioni a seguito di un influenza – aggiunge Verardo – nessuno di questi era vaccinato e tre su quattro avevano patologie che avrebbero reso ancor più necessaria la vaccinazione”. “Con Influnet – continua la dottoressa – siamo stati anche in grado di calcolare eventuali spostamenti del picco di contagi, che normalmente è a fine dicembre, ma varia con i cambiamenti climatici”.
Una sfida per il futuro, infine, sarà quella di aumentare anche i vaccinati con patologie che aumentano il rischio di complicazioni in caso di influenza, che non abbiano ancora raggiunto i 65 anni di età.