Casinò: stop dalla Regione alla fideiussione da 7 milioni di euro, si punta a ipotecare gli immobili

La decisione dopo la richiesta di chiarimenti arrivata dalla Commissione europea. L'ipoteca di immobili "non strategici", già prevista dal piano di ristrutturazione, servirà a garanzia dei 15 milioni di euro promessi dalle banche.
L'Amministratore unico del Casinò Giulio Di Matteo
Economia

La richiesta di chiarimenti da parte della Commissione europea sui finanziamenti concessi alla casa da gioco un primo effetto l’ha prodotto: la Regione fa un passo indietro sulla fideiussione di 7 milioni di euro, il famoso finanziamento ponte, che Finaosta doveva concedere come garanzia per i 15 milioni di euro promessi dagli istituti di credito. 

E’ quanto emerso questo pomeriggio nell’incontro fra sindacati, i vertici della casa da gioco, il Presidente della Regione e l’Assessore regionale al Bilancio.

La strada alternativa – già prevista dal piano di ristrutturazione  – delineata oggi è di concedere come garanzia l’ipoteca su alcuni “immobili non strategici”.

“A me quella fideiussione non piaceva – sottolinea l’Avvocato Giulio Di Matteo – perché era di un anno mentre io ho bisogno di consolidare le linee di credito. Per certi aspetti mi ha dato una mano la Commissione europea”. L’operazione delle ipoteche sugli immobili “non strategici” ricorda l’Amministrazione unico della Casa da gioco è descritta nel piano di ristrutturazione. “Dodici milioni di euro con una perizia di marzo 2017, non è un coniglio che si tira ora fuori dal cilindro”.

Per ora la proposta ha trovato il favore di una banca. “Verificheremo anche con gli altri istituti di credito”.

Come garanzia alle banche Di Matteo porterà anche la fideiussione da 300mila euro presentata dalla De Vere Concept che si è aggiudicata provvisoriamente il bando sulla progettazione eventi e pubblicità. Bandi che dopo l’incontro di oggi possono proseguire nel proprio iter.

“I bandi sono assolutamente coerenti con il disciplinare, quindi, possiamo ripartire con le operazioni delle commissioni” spiega l’avvocato Di Matteo. Prima della sottoscrizione dei contratti ci sarà un nuovo passaggio con la proprietà.

A preoccupare i sindacati è però un copione che solo dopo pochi mesi si ripete: le mancate garanzie per i 51 lavoratori che a fine gennaio dovranno uscire con la “Fornero”.

“Sono sempre più inaffidabili, le risposte sono sempre transitorie” dice all’uscita dall’incontro Tino Mandricardi della Uil –  Per le 51 persone che sono fuori dal 1° dicembre e al 31 gennaio dovrebbero andar via con la Fornero non è ancora stata rilasciata la fideiussione da 7,6 milioni di euro, questa gente non sa che fine farà e ora ci vengono a dire che si sarà una proroga dell’accordo.”

Incertezze emergono dalla riunione di oggi anche sul Tfr di questi lavoratori. “Ci è stato proposto di rateizzarlo ma mica siamo nel pubblico” aggiungono i sindacati.

“Questo incontro conferma quello che noi abbiamo sempre detto ovvero che il piano è un fallimento” sbotta Claudio Albertinelli del Savt. “E sui bandi è vero che sono coerenti con il disciplinare ma resta ancora da capire se servono a qualcosa”.

I sindacati verranno ora riconvocati fra una settimana ma nel frattempo, dopo l’incontro con i lavoratori, potrebbero arrivare nuove azioni di protesta.

“La preoccupazione è di tutti, il primo a esser preoccupato sono io – chiosa Di Matteo  – ma ci sono relazioni che confermano la presenza di dati prevalenti coerenti con il piano. In questa fase serve grande lucidità perché se ci si mette ad urlare sull’aereo, quando questo perde quota, non si aiuta nessuno, né l'equipaggio e tanto meno il pilota ”

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