Tenere il territorio sotto controllo: “missione compiuta”. Il questore Ostuni lascia la Valle

Ad un giorno e mezzo dal diventare questore di Piacenza, il dirigente che per 2 anni ha retto gli uffici di corso Battaglione traccia un bilancio, dal calo dei reati all’aumento delle iniziative di prevenzione, passando per la vigilanza antimafia.
Il questore Ostuni assieme ai funzionari del suo staff.
Cronaca

“Lascio tantissimi amici, lascio dei posti meravigliosi”. Pietro Ostuni, questore di Aosta ancora per un giorno e mezzo, parla dell’imminente trasferimento a Piacenza, ma fatica a nascondere una palpabile emozione. “Vado via a malincuore”, dice, pur aggiungendo rapido di essere “contento, perché il Capo della Polizia mi ha conferito un incarico impegnativo”. “Vado ad affrontare tematiche che qui non ci sono”, dice riferendosi ai problemi di ordine pubblico della città emiliana, dei quali “mi occuperò con il massimo impegno, come sempre”.

Parla indossando lo stesso completo del giorno in cui è arrivato, due anni fa, Ostuni, con il suo staff di funzionari alle spalle, assieme ai quali “non abbiamo sottovalutato alcuna tematica”. “Quando vi ho visto per la prima volta, – aggiunge evocando l’incontro con i media di due anni fa, nel primo giorno di servizio – ho detto che la missione era tenere il territorio sotto controllo”. Qualcuno, incluso chi scrive, all’epoca l’aveva definita scommessa. Oggi, il diretto interessato lascia parlare i dati: “I delitti sono calati del 19%, i furti in abitazione del 25%”.

Non basta, perché la visione ragionieristica delle forze dell’ordine, il dirigente originario di Altamura, cresciuto professionalmente nei dintorni al Duomo di Milano, sua sede di servizio per buona parte della carriera, non l’ha mai sposata. E non inizia oggi, continuando nell’analisi che lo vede molto convinto della “presenza nella regione del Reparto Prevenzione Crimine di Torino: la settimana scorsa, quando c’è stato qualche furto, lo abbiamo avuto qui per diversi giorni e i risultati si vedono dai ‘mattinali’ che sto ricevendo”.

Dobbiamo stare in mezzo alla gente – continua – e ci riusciamo solo se in strada ci vedono”. Per questo, oltre ad Aosta e la “plaine”, “abbiamo curato la bassa e l’alta valle”, in armonia con le altre forze dell’ordine, e “sono certo che il mio successore continuerà su questa strada” (in corso Battaglione arriverà Andrea Spinello, attuale dirigente del compartimento Polstrada della Puglia). Il Questore ricorda quindi l’implementazione dei sistemi di videosorveglianza nei comuni, l’accordo con la Sitrasb per i controlli al Tunnel del Gran San Bernardo (“che abbiamo chiesto di estendere anche al Traforo del Monte Bianco”) e l’intesa con i gestori dei locali da ballo (“ci aspettiamo una crescita di adesioni”).

Dicendo poi del Gruppo interforze antimafia – che in Valle, con le competenze prefettizie attribuite al Presidente della Regione, è comunque presieduto dal Questore – Ostuni ricorda le “sei interdittive in due anni” e “su questa strada si continua”, perché “mai abbassare la guardia”. Alla domanda “come evitare l’attecchimento di fenomeni di criminalità organizzata”, risponde ripetendo quattro volte la parola “trasparenza”. “Dobbiamo – afferma – avere una coscienza etica. Le regole aiutano a vivere. Se il cittadino osserva il semaforo, o rallenta quando arriva vicino alle strisce, favorisce la legalità. Se si è corretti nelle piccole cose, si impara ad esserlo sempre”.

Quindi, ancora la prevenzione, gli incontri con gli anziani nei comuni, dopo le messe e con i giovani nelle scuole, ma anche le riunioni assieme ai Sindaci dopo la “Circolare Gabrielli” in materia di antiterrorismo, culminate “in un percorso di crescita significativo: tutte le manifestazioni, piccole o grandi, si sono svolte serenamente”. Al riguardo, non poteva mancare l’accenno alla “Saint-Ours” che inizierà domani, 30 gennaio, e sarà per la Polizia una “sfida significativa”, ma comunque la “Fiera è bellissima, io non la conoscevo e la ho consigliata a tanti amici”.

“Quello che succede– si è avviato a concludere il questore Ostuni – è lo specchio di come lavoriamo. Tensioni sociali in Valle non ce ne sono e non abbiamo mai avuto uno scontro. La Digos ha comunque dato sempre il suo contributo”. Ai “toni alti” comunque si evita di arrivare anche “con un grande lavoro di vaglio”, come quello che ha condotto la Questura alla revoca, o al mancato rinnovo, di “una ventina di porti d’arma da difesa personale. Non si tratta di uno status symbol. Un’arma va portata solo se necessario”.

Infine, l’accenno che con tutta probabilità, per i funzionari alle sue spalle, ha marcato l’Ostuni style rispetto a quello di molti suoi predecessori. “Li ho invitati a sorridere, – esclama – perché così facendo la gente si fida di noi. Dobbiamo sapere che le persone vengono da noi, perché hanno bisogno e a quell’esigenza dobbiamo andare incontro. Il cittadino è il nostro primo investitore e noi siamo al servizio della comunità”. Una ricetta che, verosimilmente, a Piacenza andrà “rinforzata” con qualche ingrediente, forse scegliendo tra i più classici nella cucina della Polizia, ma che nella sua preparazione di base difficilmente cambierà di molto.

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