Il vento soffia senza sosta, ma da questa parti è normale: lo sanno gli abitanti di Aymavilles e lo sa lui, il bastione che si erge dritto e imponente da secoli su quella collina morenica che domina l’Alta Valle e l’imbocco per la strada che conduce a Cogne, e che lascia correre la vista verso la Bassa Valle. Di qui il vento non perdona e sferza forte la sua potenza, travolgendo gli zampilli d’acqua della fontana centrale che sbattono sui visi dei tanti accorsi in questa giornata speciale per la comunità di Aymavilles e per l’intera Valle d’Aosta.
Ad accogliere i visitatori nella prima sala, il ritratto dell’ultimo abitante del castello, Vittorio Cacherano Osasco della Rocca-Challant, intorno solo colori vivi, riportati all’antico splendore grazie alla maestria e alla professionalità dei resturatori.
A parlare del sito con emozione e con l’orgoglio di un’intera comunità è il primo cittadino Loredana Petey, convinta di come questa inaugurazione possa essere l’inizio di un progetto che porterà al comune uno sviluppo economico importante, oltre che un orizzonte sociale e culturale concreti: “Per noi e per la nostra comunità questo è un momento memorabile. Io sono qui a vivere questo momento in prima persona, ma sono felice di vedere qui anche i passati sindaci, perché molto di questo è merito loro e della tenacia che hanno messo in questo progetto senza mai perdere la speranza di vedere il nostro castello di nuovo maestoso. La manifestazione di oggi per me è anche il modo di sottolineare come i legami fra il paese e la Regione crescano e siano sempre più forti. Alle mie spalle finalmente c’è il sogno identitario della nostra comunità e per noi è come riabbracciare un padre custode, simbolo delle nostre radici”.
Posizionato in una delle zone più strategiche della regione, il maniero, che si fa risalire grazie a una bolla papale datata 1207, addirittura al XIII secolo, è rinato e finalmente ha aperto al pubblico per un cantiere evento speciale ed emozionante venerdì 3 agosto.
“Di questo castello Jules Brocherel diceva che si trovava in una posizione amenissima – spiega Viviana Vallet, funzionario responsabile dell’Ufficio beni storico-artistici – infatti è inserito in un contesto paesaggistico estremamente piacevole”.
Nel 1970, l’allora presidente della Regione Autonoma Dujany decide di comprarlo e da quel momento diventa uno dei manieri più iconografici del nostro territorio: le sue 4 torri, tipiche dell’impianto medievale, diventano per chi ha la fortuna di ammirarlo, un simbolo di forza e potenza, in grado di fondersi in una strana eppur piacevole antitesi con la delicatezza degli affreschi interni, ma che, grazie ai loro colori vivi e molto accessi, riportano il pubblico alla forza comunicativa, e a tratti molto virile, del castello.
A celebrare la riapertura, seppur temporanea, del sito anche Roberto Domaine, Soprintendente ai Beni Culturali: “Cosa sarebbe una Valle d’Aosta senza castelli? Come possiamo immaginarla? Sono felice di poter dire che gli sforzi congiunti hanno portato i loro frutti. Desidero ringraziare tutti coloro che si sono adoperati lavorando per la buona riuscita dell’evento. Non sempre è visibile agli occhi di tutti l’immenso lavoro che viene svolto per riportare alla luce un castello di questo tipo: lavori strutturali dal seminterrato al sottotetto e un’incredibile coordinazione fra le parti architettonica, storico-artistica e archeologica, tassello questo che mi rende davvero felice e orgoglioso. Importante è che nessuna informazione vada persa in corso d’opera, poiché non può essere recuperata, e per far si che questo non accada è necessario che i lavori siano accurati e precisi”.
Fiducioso e pieno di buoni propositi per il futuro il neo Assessore ai Beni Culturali Paolo Sammaritani, che inizia il suo discorso accompagnato da un boato nel cielo pronto a scaricare pioggia, ma che per fortuna si interrompe non appena riprende la parola: “Prima di tutto oggi sono orgoglioso di essere qui in quanto cittadino valdostano, sono certo che Aymavilles batterà il record di presenze dei precedenti cantieri evento e dimostri che abbiamo le maestranze e le risorse per lavorare bene”.
Diversi lavori hanno interessato parti sostanziali del maniero, come l’inserimento in una torre di una scala a chiocciola e di un ascensore per le persone disabili, là dove prima vi erano solo scale interne a collegare i piani; oltre che il sottotetto, ancora chiuso, ma che presenta lavori strutturali di grande importanza anche per capire l’esterno del castello.
I bellissimi e coloratissimi interni sono stati riportarti alla luce dopo diversi studi e sono al centro di un progetto di musealizzazione che vedrebbe sbarcare nelle sontuose sale al numero 1 della frazione Le Château la collezione dell’Accadémie Saint-Anselme, in grado di fare da collante fra l’anima più 700esca e quella 800esca del sito. Il primo piano sarà invece adibito al ripercorrere della storia del castello.
Il cantiere evento rimarrà aperto e fruibile fino al 26 agosto nell’ambito di Châteaux Ouverts.