Quante volte il genitore di un bambino con Deficit di Attenzione / Iperattività (DDAI), si è sentito dire da un insegnante queste parole: “Suo figlio non ascolta e non sa rispettare le regole”, “Non ha voglia e non termina mai un compito a meno che non gli piaccia, quindi ha poca volontà!”, “Si distrae e perde tempo, risponde male ai compagni”, “Non sta mai fermo, o si alza senza permesso o continua a dondolarsi sulla sedia… anche se viene ripreso.”
Queste frasi, purtroppo non solo insolite quando ci troviamo di fronte ad un DDAI. A sbagliare non sono né gli insegnanti né i genitori nel loro ruolo educativo, purtroppo ci troviamo di fronte ad un disturbo che, se preso ed affrontato singolarmente, qualsiasi sforzo fatto da una parte o dall’altra risulta vano.
Ma chi è il bambino con DDAI?
Si tratta di un bambino che presenta problemi di:
- Disattenzione: non presta attenzione ai particolari, commettendo molti errori di distrazione; presenta difficoltà a mantenere l’attenzione su un compito per un periodo di tempo prolungato; sembra non ascoltare; non segue le istruzioni, ha difficoltà ad organizzarsi nei compiti e nelle attività, di fronte ad un compito, che richiede uno sforzo mentale prolungato, è restio; spesso perde fogli e giochi, è sbadato e si distrae facilmente da suoni o da stimoli irrilevanti.
- Iperattività: si dondola sulla sedia, muove mani e piedi con irrequietezza, fa fatica a rimanere seduto, quindi si alza anche senza permesso; parla tanto e non sta mai fermo.
- Impulsività: risponde alle domande ancora prima che queste siano state completate; fa fatica ad attendere il proprio turno; spesso interrompe gli altri; fa fatica ad inibire un comportamento inappropriato; è possibile che intraprenda azioni rischiose senza rendersi conto delle conseguenze.
Da questi sintomi riusciamo già a farci una idea della complessità della presa in carico del bambino.
Questo disturbo può presentarsi con o senza iperattività, ciò nonostante ha delle implicazioni sia nell’ambito scolastico sia in ambito sociale.
A scuola spesso i lavori sono incompleti, disordinati, poco curati, frequentemente cambiano attività, passando da una all’altra prima ancora di aver portato a termine la prima. Sono bambini che per la loro difficoltà a stare tranquilli, a rispettare le regole, vengono spesso rifiutati dai coetanei.
Il grosso problema di un bambino con DDAI sta nella difficoltà ad autoregolarsi, nel senso che presenta difficoltà a regolare il proprio comportamento in modo autonomo, questo spiega perché nella relazione a due (adulto/bambino), il comportamento è maggiormente gestibile ed è più semplice gestire i sintomi.
(C. Cornoldi, T. De Meo, F. Offredi, C. Vio)
Ma oltre alle difficoltà sopra citate, quali altri rischi possono incorrere questi bambini in un futuro?
Per le caratteristiche tipiche del DDAI, questi ragazzi sono più a rischio di altri di sviluppare comportamenti devianti e fare abuso di sostanze stupefacenti.
Esistono trattamenti efficaci?
I trattamenti possono essere di due tipi: quello farmacologico e quello psicologico. Il trattamento farmacologico è indicato per i casi più gravi. Il trattamento psicologico è utile se la presa in carico è completa (famiglia, bambino, scuola). In tal caso è necessario lavorare sui seguenti aspetti:
- Famiglia: psicoeducazione sul DDAI, insegnare loro la gestione cognitiva e comportamentale del figlio
- Bambino: insegnare i processi di pianificazione, soluzione di problemi e strategie di autoregolazione, aumentare il livello di autostima, insegnare strategie per aumentare i livelli di concentrazione e di attenzione sostenuta, aumentare la motivazione ai compiti, lavorare sulle emozioni e sui pensieri che il bambino ha sviluppato su se stesso in relazione al disturbo
- Scuola: gestione dei comportamenti problema e di regolazione del comportamento.
Informazioni più dettagliate si possono trovare nel sito www.nicolettasavoye.it
Per informazioni:
Nicoletta Savoye
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