Soltanto due giorni fa la De Vere Concept, rispondendo agli attacchi dei sindacati, in una nota dai toni trionfalistici, presentava i risultati del contratto stipulato con la Casa da gioco di Saint-Vincent.
“Dopo poco più di un mese di attività, nel mese di luglio siamo già al primo posto nei poker tournaments fra i quattro casinò italiani” e ancora “e vogliamo parlare dei 799 spot su reti nazionali per promuovere una struttura che merita risalto quale è il Billia?” per finire con “la futura cartellonistica che darà il giusto lustro a questo meraviglioso territorio per troppo tempo completamente dimenticato e non valorizzato”.
Un lavoro che rischia ora di interrompersi bruscamente, prima ancora di veder rifiorire la "riviera delle Alpi". Il Decreto Dignità, varato dal Senato, introduce, infatti, il divieto di qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse manifestazioni sportive, culturali o artistiche, trasmissioni televisive o radiofoniche, stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e internet.
“Stiamo facendo dei controlli” spiega l’Assessore regionale alle Finanze, Stefano Aggravi “Il competente ufficio sta verificando gli eventuali impatti sul contratto e le condizioni perché il rapporto continui. Anche la Casinò ha già detto che si sta occupando di fare le opportune verifiche”.
Nel frattempo monta la protesta delle case da gioco, guidata da Federgioco. A detta dell’Associazione i casinò “vengono penalizzati e con essi anche i territori sui quali incidono. Negli anni infatti sono diventati i volano turistico dei rispettivi territori, basilari per le ricadute occupazionali ma anche per i tanti eventi creati che sostengono l’attività ricettiva dei rispetti bacini”.
Una presa di pozione che non trova però d'accordo l'Assessore. “Io questo scandalo che è venuto fuori non lo capisco. E' una questione di abitudine, in Inghilterra non si può pubblicizzare ed è pieno di Casinò”.
L'Assessore ricorda poi come "tutti gli accordi hanno dei costi (Nda quello con De Vere ammonta a 1,6 milioni di euro l'anno). Bisogna sempre capire se questi accordi convengono, magari l’attività regolamentare ti permette poi di fare efficienza”.