Sono stati 450 i partecipanti totali, domenica 12 agosto a Rhêmes-Notre-Dame e a Introd, alla Rencontre valdôtaine, evento giunto alla sua 43^ edizione. Lo scorso anno, a Lillianes, il numero si era fermato a 400 mentre la prossima “Rencontre”, già programmata per domenica 11 agosto 2019, andrà in scena a Challand-Saint-Victor. Nel pomeriggio di ieri invece, a Palazzo regionale, i rappresentanti degli emigrati valdostani hanno partecipato alla tradizionale “tavola rotonda” accolti dal Vicepresidente della Regione Elso Gérandin e dagli assessori Chantal Certan, Paolo Sammaritani, Stefano Borrello e Claudio Restano.
Tra i temi di dibattito, oltre alla salvaguardia dello Statuto regionale, la francofonia ed eventuali riforme si è parlato anche di trasporti, nella fattispecie della linea ferroviaria Aosta-Torino e l’entrata in servizio dei treni bimodali, e del ruolo – spesso discusso e criticato in Consiglio Valle – della Maison du Val d’Aosta a Parigi e del suo ruolo.
Ruolo che il governo regionale ritiene importante, con gli assessori a confermare l'apporto della “Maison” parigina nel suo “ruolo di ‘ambasciata’ per gli emigrati, ma anche di promozione del territorio regionale e delle eccellenze nel campo della cultura, dell’enogastronomia, del paesaggio e delle risorse naturali della Valle d’Aosta”. Risorse che grazie ad un “marchio Vallé d’Aoste” potranno essere promosso “in maniera ancora più completa e attrattiva”.
“All’interno delle relazioni istituzionali – ha spiegato Gérandin –, la difesa dei nostri diritti e del nostro Statuto è in primo piano nella nostra agenda politica. Bisogna che, nelle riforme istituzionali, i principi di intesa con lo Stato siano validati per evitare che le riforme statutarie possano mettere in pericolo la nostra legge costituzionale e le competenze acquisite dalla Valle fino ad oggi”.
Riguardo la francofonia è stata l’assessora alla Sanità Certan a spiegare come “l’identità della Valle d’Aosta affonda le sue radici nel francese” e che “il governo perseguirà la sua azione per riaffermare l’importanza di questo pilastro identitario per i valdostani”.