Considerate “l’oggettiva gravità dei fatti” e “la destinazione al consumo umano degli alimenti prodotti e venduti”, sulla base degli elementi a conoscenza della Procura “era indubbiamente ravvisabile il pericolo che, in assenza di sequestro, potessero ripetersi fatti analoghi a quelli per cui si procede”. È il giudizio del Gip del Tribunale di Aosta, Giuseppe Colazingari, contenuto nel provvedimento con cui, sabato 29 settembre scorso, ha convalidato il sequestro del laboratorio di panificazione di Roisan e del negozio di via Sant’Anselmo ad Aosta della ditta di panetteria-pasticceria Giorgi.
Secondo il giudice, da parte del titolare dell’azienda, il 59enne Antonio Giorgi, emergono infatti “un quadro di totale indifferenza alle norme in materia di alimenti e di igiene” ed “un abituale ricorso all’utilizzo di prodotti in cattivo stato di conservazione”. I sigilli sulle due attività erano stati messi dai Carbinieri del Nas dieci giorni prima, su disposizione del pm Francesco Pizzato, che contesta al commerciante – a seguito degli esiti di varie ispezioni dei militari, nei mesi di luglio e settembre scorsi – la violazione della disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande, nonché la tentata frode in commercio.
Con l’obiettivo di evitare che l’indagato potesse “aggravare o protrarre le conseguenze del reato” addebitatogli (i controlli hanno visto anche il sequestro di diverse centinaia di chilogrammi di materie prime, soprattutto ovoprodotti), il magistrato inquirente aveva agito in via d’urgenza, chiedendo poi al Gip di emettere in via definitiva uno specifico decreto. Su tale aspetto, tuttavia, la valutazione si è conclusa con il respingimento della richiesta e la restituzione alla ditta dei locali di Roisan ed Aosta, dove l’attività è ripresa sabato scorso stesso.
Al riguardo, il giudice Colazingari osserva che le ordinanze con cui l’Usl “ha revocato i provvedimenti di sospensione dell’attività” del laboratorio e del negozio scattati dopo l’ultima ispezione, prodotte dall’avvocato Sandro Sorbara assieme ad una memoria difensiva il 22 settembre scorso, sono conseguenti all’“intervento urgente di una ditta di disinfestazione”. Se tale operazione non incide sul “’fumus’ dei reati contestati” (cioè sulla loro configurabilità), perché “non vi è alcun rifermento in atti alla verifica di prodotti”, ha però “ripercussioni sulla valutazione dell’attualità del pericolo” di reiterazione degli stessi.
“In effetti, – scrive il Gip – avendo l’indagato mostrato prontezza quantomeno nel ripristino delle condizioni igienico sanitarie connesse alla presenza di insetti (una delle violazioni verbalizzate dal Nas, ndr.), non può alla data odierna affermarsi che la libera disponibilità dei locali in sequestro possa agevolare la commissione di ulteriori reati”. “Semaforo verde” quindi, dal giudice, allo scioglimento dei sigilli, restando “evidente che tale valutazione muterebbe ove gli organi competenti, nell’ambito dei controlli che verosimilmente verranno effettuati, dovessero riscontrare ulteriori violazioni di legge da parte dell’indagato”.