Non è noto se l’amministratore unico del Casinò, Filippo Rolando, sia un estimatore di James Patterson, fatto sta che – proprio come nel romanzo poliziesco dello scrittore statunitense – ha chiesto una “Seconda chance” per la ristrutturazione dei conti della Casa da gioco. La presentazione al Tribunale di Aosta di una nuova istanza prenotativa della procedura di concordato “in bianco” è avvenuta, per via telematica, nel tardo pomeriggio di oggi, lunedì 12 novembre.
Una domanda del tutto analoga era già stata depositata lo scorso 31 ottobre, ma i giudici Marco Tornatore, Anna Bonfilio e Maurizio D’Abrusco la avevano dichiarata, l’8 novembre, “inammissibile per mancanza di rispondenza ai requisiti formali”. In particolare, l’osservazione della magistratura riguardava l’assenza, tra i documenti allegati, del bilancio della Casa da gioco al 31 dicembre 2017.
Quell’esito era stato preconizzato dalla Procura, nell’istanza di fallimento della “Casinò de la Vallée” SpA, inoltrata dal sostituto procuratore Luca Ceccanti il giorno prima, 7 novembre. Secondo l’ufficio diretto dal procuratore capo Paolo Fortuna, alla proposta di concordato andavano allegati i bilanci dei tre ultimi esercizi e la mancanza di adozione, da parte degli organi sociali, di quello 2017,predisposto ancora dall’ex Au Giulio Di Matteo, rendeva l’istanza inammissibile.
Ventiquattr’ore dopo, il Tribunale in composizione collegiale – nel respingere la prima richiesta di accesso al concordato – ha anche fissato, per il prossimo 5 dicembre, l’udienza di discussione dell’istanza fallimentare della Procura. A quel punto, in un’assemblea tenutasi nella tarda mattinata di venerdì 9 novembre scorso, i soci della casa da gioco (Regione e Comune di Saint-Vincent) hanno approvato il bilancio che era ancora in bozza, al fine di ripetere la richiesta a stretto giro.
Il deposito, oggi, di una nuova “prenotazione”, che vede nella documentazione trasmessa alcune “specifiche” sulle motivazioni dell’adozione del documento contabile nel frattempo, qualora la stessa venga stavolta ammessa, “congelerà” la procedura legata all’istanza fallimentare, facendo ripartire quella legata all’ipotesi di concordato. In pratica, se la richiesta del Casinò risulterà ricevibile, i giudici indicheranno alla Casa da gioco un termine (normalmente di sessanta giorni, prorogabile di altri sessanta) entro il quale predisporre il “piano di concordato”.
Si tratta del documento in cui la governance della Casa da gioco dovrà indicare priorità e modalità di ristrutturazione dei debiti e di soddisfazione dei creditori, al fine di scongiurare il rischio del fallimento, uscendo dall’impasse con le proprie energie. L’intero cammino, che prevede anche la nomina di un Commissario giudiziale (chiamato a vigilare sull’attività dell’impresa), vivrà però interamente con la richiesta di fallimento proveniente dalla Procura sullo sfondo, pronta a tornare in primo piano.
Qualsiasi “intoppo” dell’accesso al concordato, o anche della sua attuazione, farà infatti scattare la nuova fissazione dell’udienza di discussione dell’istanza fallimentare, avanzata dal pm nella convinzione che la crisi dell’azienda di Saint-Vincent sia “strutturale” ed “irreversibile” e che non esistano azioni di risanamento possibile. Un meccanismo decisamente meno aleatorio di quelli alla base di alcuni giochi praticati delle sale di Saint-Vincent. Se Rolando incasserà il “semaforo verde” al concordato, dovrà essere sicuro di fare centro al primo colpo. Le seconde chances sono esaurite.