E’ stata inviata nel tardo pomeriggio di oggi la procedura 223 di licenziamento collettivo per 168 dipendenti della Casa da gioco , di cui 64 del Billia (la metà circa dell’attuale organico) e il restante del Casinò. Altre 107 persone, con rapporti a tempo determinato verranno lasciate a casa, non appena andranno a scadenza i loro contratti.
E’ quanto è emerso, questo pomeriggio, nell’audizione dell’Amministratore unico Filippo Rolando in IV Commissione consiliare con i sindacati e l’Assessore regionale alle Finanze, Stefano Aggravi.
Il taglio al costo del lavoro, come delineato dall’Au ai sindacati, è l’unica strada per cominciare a saldare i debiti. Questa manovra in particolare porterà al risparmio di 11 milioni di euro.
“Una cifra enorme che rischia di mettere fine all’attività dell’azienda – sottolinea Claudio Albertinelli del Savt – ci si chiede come si potrà andare avanti”.
I sindacati alle 19 incontreranno in assemblea i lavoratori. “Ce lo aspettavamo – aggiunge Vilma Gaillard della Cgil – La patata bollente ce l’abbiamo noi con i lavoratori, che saranno gli unici a pagare scelte scellerate fatte in passato”.
Ad oggi l’organico della società è di 572 dipendenti di cui 135 operai, 427 impiegati, 9 quadri e 1 dirigente.
Nella missiva di apertura della 223, inviata nel pomeriggio ai sindacati, l’Au Filippo Rolando sottolinea come l’istanza di concordato, presentata il 12 novembre “appare, se accolta, l’unica, ultima ed estrema occasione per cercare di conservare la continuità aziendale salvaguardando almeno una parte dei livelli occupazionali”.
L’Au ricorda poi i motivi delle “eccedenze occupazionali” quali: il costante calo del fatturato (da 68 mln nel 2018 a 61 del 2017), l’andamento economico della società, l'”abnorme costo del lavoro” che incide per il 64% sul fatturato, l’indebitamento netto pari a oltre 64 milioni di euro e nel “sostanziale fallimento dei due precedenti piani di ristrutturazione”.
Un unico contratto di lavoro
La necessità delineata dall’Au è quindi di “razionalizzare e ridurre i costi di gestione dell’intera attività della società, operando con una struttura più dinamica e meglio organizzata”e di definire con urgenza “un modello operativo aziendale con costi che siano riconducibili esclusivamente ad un unico contratto nazionale di lavoro da applicare a tutti i dipendenti”.
I singoli accordi aziendali, evidenzia Rolando, “non sono più sostenibili, pena la sopravvivenza della società”.
Per questo con l’apertura della 223 tutti gli accordi sindacali in essere sono disdettati, compresi i premi aziendali, le indennità di gioco e/o funzione e tutte le “dazioni che generano un costo del lavoro superiore a quanto previsto dai livelli minimi di retribuzione”.
La volontà dell’Amministratore unico è di arrivare, quindi, al 1° gennaio 2019 ad applicare a tutti i dipendenti il Contratto collettivo nazionale di lavoro Turismo – Confcommercio.