Per proteggere il gipeto a Cogne si ampliano le zone dove è vietato scalare. La decisione è stata presa nei giorni scorsi, nel corso di una riunione fra i rappresentanti del Parco nazionale del Gran Paradiso, e alcune guide alpine.
L’iniziativa è scattata dopo che lo scorso anno la cova di una coppia non era andata a buon fine.
Quest’autunno gli stessi rapaci hanno scelto un’altra area per nidificare, e guardaparco e guide alpine si sono riuniti per studiare come proteggere la loro privacy.
“Bisogna eliminare gli elementi disturbanti, ossia persone che scalano vicino al nido e camminano sui pianori soprastanti, e soprattutto i voli di elicottero. Poiché non si possono proibire eventuali voli di elisoccorso, bisogna eliminare il problema alla radice, ossia far sì che non ci siano persone da soccorrere, proibendo l’accesso a determinate cascate”, spiega in una nota Alessandro Crudo presidente della Società guide alpine di Cogne.
Lo scorso anno nel Parco nazionale della Vanoise, per proteggere anche lì la nidificazione di una coppia di gipeti, era stata vietata un’area con diametro di ben tre km. I vertici del Parco del Gran Paradiso hanno pensato di concordare con le guide alpine l’estensione della zona da vietare. Non si potrà quindi accedere al pianoro sommitale del Money e alle cascate: “L’ago di Money”, “Di fianco alla leggenda”, “Repentance super”, “La volpe e l’uva” (via di dry tooling), “Monday Money”, “Gusto di Scozia” e “Flash estivo”, rispettivamente le numero 9, 10, 11, 11bis, 12, 13 e 14 della guida “Effimeri barbagli” di Matteo Giglio (Tipografia valdostana 2014), scelta come riferimento.
“Saranno posizionate corde con cartelli informativi per delimitare la zona, oltre a dare ampia diffusione del divieto sui media. Soprattutto vorrei precisare che le guide alpine collaboreranno con il corpo di sorveglianza del Parco, che sarà sempre presente in zona, per fare osservare il divieto di accesso. Chi oltrepasserà le delimitazioni andrà incontro a sanzioni amministrative e al sequestro dell’attrezzatura e per chi fosse sorpreso a disturbare il nido scatterà la denuncia penale. Non è uno scherzo, si fa sul serio!», conclude Alessandro Crudo.