“Prendiamo un camper, ti porto a Napoli, che non ci sei mai stata”. È una delle frasi che il 39enne Guido Delfino, nato nel capoluogo campano, avrebbe detto, a fine 2016, ad un’anziana di Quart da cui era stato ospitato durante un periodo di disoccupazione. “Mi ha raccontato tante belle cose”, ha sottolineato la donna deponendo in Tribunale nella mattinata di oggi, martedì 16 aprile, ma per la Procura, che accusava l’uomo di truffa aggravata, non sarebbero state che promesse, blandizie e millanterie volte ad arrivare a carpirle oltre diecimila euro. Al termine dell’udienza, il giudice monocratico Marco Tornatore ha inflitto all’imputato 3 anni e 6 mesi di carcere, oltre a 1000 euro di multa.
L’anziana viveva nello stesso stabile della foresteria occupata da Delfino quand’era alle dipendenze del ristorante. “L’ho conosciuta salutandola quando tornavo a casa”, ha detto l’imputato. Tempo dopo – a parlare, stavolta, è il datore di lavoro – Delfino “non soddisfava appieno le nostre richieste di un pizzaiolo qualificato” e “ha smesso di lavorare per noi”, ma “usciva sempre dallo stesso palazzo e ci chiedevamo dove vivesse”. “Mi ha chiesto di ospitarlo e io lo ho fatto, è stato un mesetto” ha svelato, in proposito, la donna al giudice.
In quell’arco di tempo, il 39enne “mi ha detto che aveva lasciato la moglie, che aveva un figlio” e inizia a menzionare i viaggi in camper. “Mi diceva che bisognava fare un prestito, che lui era senza soldi, mentre io prendevo la pensione. – ha affermato ancora la donna – Rispondevo che non era fattibile, ma lui insisteva, sostenendo che appena trovava un lavoro me li avrebbe resi”. Ad un certo punto, “mi ha fatto firmare un foglio” e, tempo dopo, “siamo andati alla Posta”, occasione in cui dopo “avermi dato un bicchiere di aranciata in cui non so cosa avesse messo”, sarebbe avvenuto il prelievo dei diecimila euro erogati all’anziana da una società finanziaria: “io non capivo niente, i soldi li ha presi lui”.
In un’altra circostanza, “gli ho dato anche trecento euro, per pagare l’affitto al figlio”, perché “sono troppo generosa”. Una versione smentita su tutta la linea dall’imputato che ha detto al giudice di aver ricevuto dalla donna solo mille euro, “per il periodo in cui non stavo lavorando”, poi a fine anno “ho trovato un posto a Courmayeur” e “non ho più avuto contatti con lei”. Delfino ha ammesso di essere effettivamente proprietario di un camper, “comprato ad aprile 2017”, ma di averlo pagato con i proventi del lavoro in alta Valle.
Per il pm Luca Ceccanti, che ha chiesto di condannare l’imputato a 2 anni e 4 mesi di carcere (assieme ad una multa da 600 euro), Delfino “ha visto una persona anziana e in evidente difficoltà. Ha calibrato l’approccio e ha cominciato a blandirla, a fare promesse, a millantare, a chiedere soldi”, in una condotta “spregiudicata e truffaldina”. Il difensore dell’imputato ha messo in campo una strategia basata “sulla mancata prova del trasferimento di denaro”: “nei documenti prodotti dal pm c’è il bonifico da 10mila euro che arriva sul conto della signora, ma non c’è prova che quei soldi siano finiti nelle mani di Delfino”. Una versione che, vista la sentenza, non pare aver convinto il giudice Tornatore.