“Io mi sento un martire, per un voto che ho dato in questo consiglio”. Arriva durante la discussione sulla proposta di legge che ridetermina i vitalizi, sulla scorta della normativa nazionale, lo sfogo del consigliere regionale Claudio Restano, fra i condannati dalla Corte dei Conti a risarcire 30 milioni di euro per i finanziamenti dati al Casinò.
“Ho messo in discussione tutti i miei averi, tutto quello che ho avuto come retribuzione in questi anni e sto pregiudicando il percorso della mia famiglia.” ha spiegato il consigliere di PnV “Con il mandato di rappresentanza che mi ha dato la cittadinanza, ho espresso un voto e ora sono un perseguitato. Allora questa cifra che mi danno come retribuzione è ben guadagnata, perché l’ho già spesa tutta in avvocati e consulenti”.
La proposta di legge, approvata con 31 voti a favore e 4 astensioni (Mouv’, ADU-VdA), è stata presentata dai componenti l’Ufficio di Presidenza del Consiglio. La ridefinizione riguarda il sistema della prestazione definita che è stato in vigore fino alla XII Legislatura e potrà consentire, in fase di prima applicazione, un risparmio calcolato su base annua di circa 50 mila euro, pari approssimativamente al 5 per cento della spesa annua.
“Questo passaggio è positivo perché armonizza questo tema su tutto il territorio italiano, dove esistono trattamenti molto diversificati” ha spiegato in aula la Presidente del Consiglio regionale, Emily Rini evidenziando come la Valle d’Aosta sia stata citata come l’esempio più virtuoso fra le Regioni italiane.
Il vitalizio in Valle non esiste più dal 2003, quando è stato introdotto il sistema contributivo, poi modificato nel 2012. Nel 2018 è stato abolito anche il sistema previdenziale e introdotto l’adesione facoltativa al sistema complementare: oggi, sono 13 i Consiglieri che non vi hanno aderito.