“La ‘più pazza crisi di governo’ che la storia italiana ricordi è iniziata con la pretesa da parte di un ministro troppo esuberante di avere ‘pieni poteri’ in virtù di una sensazione plebiscitaria basata sulla sovraesposizione mediatica, sopportata e supportata da una stampa quasi tutta amica, da palinsesti Tv pensati non per informare, ma per offrire palcoscenici dove la sguaiatezza comunicativa, la violenza simbolica e l’odio sono diventati formule di successo e di intrattenimento in nome di ciò che ‘piace alla gente’”.
Non risparmia le stoccate al fu governo “gialloverde” Adu – Ambiente Diritti Uguaglianza – commentando la formazione del nuovo esecutivo nazionale guidato ancora da Giuseppe Conte, che giusto ieri ha prestato giuramento.
Ma il “focus” di Adu è tutto sulla Lega: “Ne è seguita – prosegue il comunicato – la chiamata a nuove elezioni, dopo poco più di un anno di governo, brandendo oggetti sacri in uno Stato laico, insieme all’arrogante sfida che richiamava a ipotetici ‘doveri’ le istituzioni nel pieno di agosto, lanciata da chi aveva lavorato poco e male per il Paese ma molto bene per la propria personale carriera elettorale. In ultimo ecco l’inutile ripensamento astioso e balbettante”.
Poi, spiega ancora il movimento che in Consiglio Valle esprime la consigliera Pulz, si sono susseguite settimane “caotiche e ugualmente folli” nelle quali si è assistito ad una “comunicazione personalistica, razzista e parafascista nei modi e nei contenuti”.
Conte bis, il “ritorno alla normalità”
Il dissolversi dell’alchimia 5 stelle/Lega ha un sapore “dolce” per Adu, che nella sua nota aggiunge: “Il secondo governo Conte, appena insediatosi, sembra avere caratteristiche più ‘normali’ del precedente, persino la strisciante offensiva del Movimento 5stelle contro i meccanismi della democrazia rappresentativa sembra tornata sotto il controllo, mai troppo stretto, delle regole istituzionali”.
“Oggi, con un certo sollievo, non ci resta, come cittadini e come movimento politico – chiude Adu –, che esercitare il controllo e la critica nei confronti delle future politiche della nuova compagine governativa, coscienti di esserci lasciati alle spalle, forse solo momentaneamente, una brutta stagione in cui i più deboli sono stati aggrediti, i diritti di tutti sono stati calpestati e offesi, le donne sono state minacciate nelle loro più importanti conquiste e il Paese tutto ha subito la riproposizione di parole, modi, gesti e proclami che pensavamo relegati in un ventennio tristemente noto”.