Due anni di strade chiuse e parcheggi dimezzati. I lavori per la nuova università, poi quelli per il teleriscaldamento e ora gli interventi su uno stabile privato, stanno mettendo in ginocchio le attività commerciali di via Monte Pasubio, Monte Vodice e Monte Solarolo. Fatturati crollati vertiginosamente e la sensazione di essere stati dimenticati, in primis dal governo della città. “Purtroppo c’è una Aosta di serie A, una di serie B e un’altra ancora, che per i nostri amministratori neanche esiste”.
L’esasperazione dei commercianti, dei loro clienti e dei residenti della zona finisce sul tavolo della Presidenza del Consiglio regionale, alla quale nei giorni scorsi è stata presentata una petizione sottoscritta da 206 persone.
“Abbiamo raccolto le firme in una settimana” spiegano i promotori Orlando Mazza proprietario di Joe Sport, Stefania Evolandro della Profumeria Vanna e a Manuel Dalbard del Bar Chamonix. L’iniziativa chiede l’apertura del parcheggio della Nuv. Duecento posti auto che, per essere utilizzati, attendono da mesi la conclusione della pratica di espunzione con il Demanio dello Stato.
Due anni fa la chiusura, per 8 mesi di via Monte Solarolo. “Per uno scavo di un breve tratto durato solo 5 giorni.” ricorda Orlando Mazza proprietario di Joe Sport “In quegli 8 mesi ho perso tutto. Ma non bastava. Quest’anno è arrivato il teleriscaldamento e hanno chiuso un mese, poi durante l’estate mi hanno lasciato la terra davanti al negozio. Non potevano programmare tutti gli interventi durante la chiusura di 8 mesi?”.
Non va meglio a via Monte Vodice dove, da inizio giugno, una buona parte dei già pochi parcheggi sono occupati dai mezzi di una ditta che sta eseguendo dei lavori su uno stabile privato. “Quest’anno, in tutto il mese di agosto, ho incassato tanto quanto ho fatto gli altri anni in soli tre giorni. – spiega Stefania Evolandro – I lavori andranno avanti fino a fine dicembre, quindi, anche il Natale è rovinato. I clienti girano delle ore per trovare un parcheggio, molti si stufano e vanno altrove. Senza contare che se un nostro cliente affezionato da noi può tornare, al bar il caffè che non si è bevuto oggi, non è che domani se ne beve due?”.
I promotori della petizione hanno provato più volte a interloquire con l’Amministrazione comunale. “La risposta è stata: <<Dovete portare pazienza, quando aprirà la nuova università la zona sarà riqualificata>>”. – prosegue Evolandro “Posso morire prima o comunque faccio prima a chiudere, perché così neanche mia figlia andrà all’Università”.