Una famiglia media ad Aosta, con un bimbo al nido, spende al mese 398 euro nell’anno in corso, il 2019/20, a fronte di una media nazionale di 303 euro.
Questo quanto emerge dai dati forniti dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, studio realizzato nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino” e finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico.
La retta più alta si paga in Trentino Alto Adige, dove il costo medio è di 472 euro, mentre quella più bassa in Molise, 169. La media valdostana coincide con quella del suo Capoluogo, si piazza così al secondo posto in classica tra le rette più “salate”, anche se si tratta di un dato medio.
Infatti è Lecco il capoluogo più costoso con 515 euro di spesa media a famiglia, mentre Catanzaro è il più economico con 100 euro. Ad Andria si segnala invece l’incremento “monstre” del 105,5%, con il passaggio dai 146 euro del 2018/19 ai 300 attuali.
In Valle la copertura è del 29,7%, sopra la media
In Italia trova posto in un asilo nido poco più di un bimbo su cinque, ma la copertura – scrive Cittadinanzattiva – è assai variegata fra le diverse Regioni. Si va infatti dal 34,3% dell’Umbria al 6,7% della Campania e ben sei regioni sono sotto la media nazionale che si attesta al 21,7%. Parecchio sopra il dato della Valle d’Aosta, con una copertura del 29,7%.
Spesa media, al Nord maggiori agevolazioni
La mappa “disegnata” da Cittadinanzattiva mostra che le regioni settentrionali si caratterizzano per una spesa media per le famiglie più elevata, ma in decremento rispetto all’anno precedente, mentre resta stabile la spesa al Centro e in aumento, invece, nelle regioni del Sud Italia con un +5,1%.
Italia divisa anche sulle tariffe, i posti disponibili e le agevolazioni per le famiglie. Al Nord si registrano sì le rette più alte, ma anche maggiori misure di agevolazione per le famiglie; il Sud invece più contenuto sui costi, seppur in aumento rispetto all’anno precedente, pecca sulla disponibilità di posti.
La Valle è una delle nove regioni nelle quali non c’è stato alcun aumento percentuale di spesa rispetto all’anno precedente, e che presenta una quota a carico delle famiglie del 22%, lievemente più alta della media nazionale che si ferma al 19,4% Trova posto in un asilo nido poco più di un bimbo su cinque, ma la copertura è assai variegata fra le diverse Regioni: si va dal 34,3% dell’Umbria al 6,7% della Campania e ben sei regioni sono sotto la media nazionale (21,7%). In Valle d’Aosta la copertura si attesta al 29,7%.
Il campione d’indagine
L’indagine di Cittadinanzattiva ha interessato le rette applicate al servizio di asilo nido comunale in tutti i capoluoghi di provincia, con riferimento ad una famiglia tipo composta da tre persone – ovvero due genitori e un minore di età nella fascia 0-3 anni – e con un indicatore Isee pari a 19.900 euro. Le rette rilevate fanno riferimento all’anno educativo in corso 2019/2020 e riguardano gli asili nido a tempo pieno, ove presenti, con frequenza per cinque giorni a settimana.
Nel calcolo non sono state considerate né le eventuali agevolazioni attivate dai Comuni in virtù dei provvedimenti regionali, né quelle di derivazione nazionale.
In questo senso, il 48% dei Comuni prevede esenzioni dal pagamento della retta per le famiglie che si trovano in disagio economico, già seguite dai servizi sociali. Sono invece dieci le regioni, quasi tutte del Centro Nord – Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta – che hanno varato delle disposizioni per contenere, o abbattere, i costi che gravano sulle famiglie.