Nonostante le operazioni come quella che ha recentemente colpito i vertici di un’organizzazione dedita al traffico di migranti, non si fermano gli arresti di “passeur” al traforo del Monte Bianco. Gli agenti della Polizia di frontiera ne hanno eseguiti altri due, alle prime ore del mattino di oggi, mercoledì 13 novembre. In manette sono finiti N.C., 48enne turco, e A.P.H., 52enne cingalese, entrambi ora accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Fermata la Citroën condotta dal turco, gli agenti coordinati dal vicequestore Alessandro Zanzi vi hanno trovato un suo connazionale che ai successivi controlli è risultato irregolarmente presente nell’Unione Europea ed inammissibile nello spazio Schengen.
Un nucleo familiare di nazionalità irachena, composto da sei persone non in regola con le norme sul soggiorno in Italia, era invece a bordo del furgone guidato dal cingalese. In questo caso, gli accertamenti svolti dai poliziotti hanno evidenziato trascorsi noti alle forze dell’ordine, sempre in materia di immigrazione, sia per il conducente, sia per i passeggeri.
A.P.H., fa sapere la Questura, era infatti già stato arrestato dalla Polizia di Frontiera di Fiumicino, perché destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare del Gip del Tribunale di Messina, per falsità materiale, associazione a delinquere, estorsione e, nuovamente, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I sei iracheni, invece, erano già stati tratti in arresto a Malpensa, non molto prima del nuovo tentativo di oltrepassare la frontiera, per aver esibito ai controlli dei passaporti greci risultati falsificati e segnalati come rubati nella banca dati Schengen.
Entrambi i “passeur” sono ora a disposizione dell’autorità giudiziaria. Gli autoveicoli sono stati sequestrati, così come è avvenuto ad un telefono cellulare e alla somma di 550 euro in contanti, trovati in possesso di A.P.H.. La posizione delle persone trasportate è al vaglio dell’Ufficio immigrazione della Questura di Aosta.
Dall’inizio dell’anno, sono una settantina gli arresti di questo genere eseguiti dalla Polizia di frontiera in Valle. Il traffico di vite, con l’arrivo dell’inverno e della neve, vede sfumare la possibilità di utilizzare i valichi di montagna, per concentrarsi sui trafori e sulle frontiere stradali, luoghi ove le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli.