Il dato “crudo” è significativo: la Valle d’Aosta è in quarta posizione in Italia per tasso d’accesso al Pronto soccorso su mille abitanti, preceduta solo dalla Provincia di Bolzano e le regioni Emilia Romagna e Liguria, con oltre 392 utenti.
I dati più generali dimostrano che il problema sovraffollamento c’è, visti i 52mila accessi l’anno nei due presidi ospedalieri – compresi quelli ginecologici, pediatrici e oculistici -, 40mila solo al ‘Parini’, il 90% dei quali sono codici verdi e bianchi, questi ultimi al 40%.
L’Usl valdostana, anzitutto, lancia un appello: “È fondamentale utilizzare al meglio il Pronto soccorso – ha spiegato Stefano Podio, direttore della Struttura complessa di Medicina e Chirurgia d’accettazione e Urgenza – vista anche la carenza di posti e di personale, e soprattutto utilizzare in maniera migliore le strutture territoriali, ovvero gli ambulatori ad accesso diretto e il medico di famiglia”.
Luca Montagnani, direttore del Dipartimento Emergenza, Rianimazione e Anestesia, rafforza il concetto e aggiunge un dettaglio non da poco: “Oltre a Pronto soccorso per i pazienti con i codici bassi ci sono gli ambulatori ad accesso diretto e vanno utilizzati, altrimenti si rischia di togliere delle risorse a chi ne ha davvero bisogno. C’è poi una procedura in atto per avvisare pazienti nel caso si riscontrassero valori critici, e se contattati dal 118 non ci si deve spaventare perché c’è un percorso di presa in carico dell’utente assolutamente adeguata”.
Procedura, partita lo scorso 4 novembre, che spiega più nel dettaglio Massimo Di Benedetto, direttore della Struttura complessa Analisi cliniche: “Per il sistema di trasmissione dati il Laboratorio produce il referto, ed il medico ospedaliero per i pazienti interni lo vede subito e valida il dato. Per la trasmissione ai pazienti il referto firmato, per alcune patologie, è disponibile già in giornata, e si può ritirare o inviare via sms, dopo la firma del fascicolo sanitario”.
Fondamentale – tra la trasmissione dei dati all’utente e l’eventuale presa in carico diventa il 118 e Luca Cavoretto, Responsabile del Soccorso sanitario, fa capire il perché: “Dal 4 novembre abbiamo ricevuto 15 comunicazioni di valori critici dal Laboratorio analisi, non pensavo un cifra così alta. Una volta ricevuto il dato contattiamo l’utente con i suoi riferimenti telefonici chiamando ogni 10 minuti, fino a 6 volte in un’ora. Se non otteniamo risposta valutiamo di mandare un’ambulanza, le forze dell’ordine o entrambi”.
Anche qui, come per il Pronto soccorso, l’Azienda spiega che l’importante l’uso consapevole: “Il nostro – prosegue Cavoretto – è un servizio pubblico h24 su tutto il territorio regionale. Veniamo attivati tramite il numero unico europeo 112, ed il cittadino deve sapere che chi risponde al telefono non è il118 ma un operatore laico che in base alle informazioni ottenute indirizza la telefonata al 118, all’ex 113 o al 115. Lì l’utente deve pazientare un attimo, mantenere la calma, ascoltare le indicazioni date dal 118 e concentrarsi sull’indirizzo di casa e con indicazioni precise. Non è una perdita di tempo, la telefonata viene filtrata da un operatore, verificata e indirizzata. È un guadagno di tempo, in genere l’ambulanza è già partita mentre l’intervista sanitaria è ancora in atto”.
Nuovi presidi sul territorio
Ai quattro ambulatori in Valle – Aosta, Châtillon, Donnas e Morgex – potrebbero presto aggiungersi altri presidi: “Per implementare la risposta alle esigenze dei pazienti – spiega Leonardo Iannizzi, da poco direttore dell’Area territoriale-distrettuale – nel periodo estivo e durante le festività natalizie a Cogne e Courmayeur è stato istituito un servizio di Medicina di base per i turisti. Un servizio che ha funzionato bene, e che dal punto di vista economico non ha richiesto l’impiego di risorse aggiuntive se non quelle strutturali. Ora altri due comuni hanno fatto richiesta, ovvero La Thuile e Valtournenche, per la zona di Cervinia”.