Se il de profundis sulla XV legislatura, e probabilmente su un’intera classe politica, è stato recitato oggi pomeriggio al primo piano di Piazza Deffeyes, lo si scoprirà nei prossimi giorni. Le notizie sull’inchiesta Egomnia, e gli avvisi di garanzia arrivati al Presidente della Regione Antonio Fosson, ai due assessori Laurent Viérin e Stefano Borrello e al consigliere regionale Luca Bianchi, con l’accusa di scambio elettorale politico mafioso, sembrano aver convinto molti, ma non ancora tutti, a imboccare la strada delle elezioni.
Se l’Uv, per voce del Comité Fédéral, ha invitato i suoi eletti ad approvare il bilancio, per poi ridare la parola ai cittadini, Uvp e Alpe indicano in aula una strada diversa. E’ l’Assessore Luigi Bertschy a delinearla. “Questa legislatura può avanzare se si trova un’ampia maggioranza, che possa prendersi cura dei problemi prioritari per la Regione, altrimenti non ha nemmeno senso andare a modificare questo bilancio. Se non ci sono le condizioni, le elezioni si faranno, pur con tutte le difficoltà legate alla vecchia legge elettorale”.
La modifica della legge elettorale rimane la priorità anche per Rete Civica. Chiara Minelli: “Andare ora al voto significa chiedere ai cittadini di scegliere con gli stessi vincoli e fragilità del maggio 2018: bisognava prima cambiare le regole e bisognerà farlo in futuro“. Visione opposta a quella dell’ex collega di movimento, Daria Pulz: “L’unico aspetto che ci consola è che nessuna riforma di sistema sarà possibile con un Consiglio così delegittimato, in particolare la proposta di Bertin-Minelli verso una pericolosa svolta iper-presidenzialista“.
La minoranza non sembra al momento, interessata a governi di larghe intese. “Il Governo Fosson è stata una parentesi tra un arresto e una serie di avvisi di garanzia. Sarebbe incredibile anche solo abbozzare l’idea di continuare con “maggioranze salciccia” create soltanto per sopravvivere” mette in guardia il capogruppo della Lega Vda Andrea Manfrin.
L’opposizione punta ad approvare il bilancio, modificandolo, prima di tornare alle urne. “Non possiamo lasciare la Regione senza bilancio, sarebbe un disastro che pagherebbero le amministrazioni comunali e i cittadini” si sente da destra, a sinistra, passando per il centro. “Ma di certo non sarà il bilancio dell’’Ndrangheta” scandisce Stefano Ferrero di Mouv’. “Il bilancio era sostenuto da una maggioranza che in quei numeri non c’è più” ammette Pierluigi Marquis di Stella Alpina.
Il pomeriggio del Consiglio regionale è scivolato poi fra accuse, espressioni di solidarietà ai colleghi, condanne e (auto) assoluzioni. Nulla di nuovo sotto il sole, quindi, salvo quelle quattro sedie vuote e ingombranti.
A chi fino a pochi giorni fa occupava lo scranno più importante si rivolge Stefano Aggravi della Lega Vda. “Avrei preferito vederlo qui e capire se questi avvisi sono stati mandati prima di certi passaggi. Il fatto di aver taciuto è la vera gravità, perché è il segreto dell’uovo di Colombo. Perché non è stato detto? Voi colleghi di maggioranza lo sapevate?”. Antonio Fosson viene accusato di mancanza di coraggio anche dai suoi ex colleghi di maggioranza, Pierluigi Marquis e Giovanni Barocco. Il vice capogruppo Uv, prima di scusarsi per “lo spettacolo senza applausi”, esprime apprezzamento per le dimissioni dei Consiglieri di maggioranza, “un gesto che oggi appare scontato, ma che invece va messo in evidenza per il suo valore. L’onore delle armi non lo concedo invece al Presidente Fosson e a lui rivolgo queste parole: non è così che si fa, torni a bordo, si assuma le sue responsabilità e affronti la situazione mettendoci politicamente la faccia.“ A difendere l’assenza di Fosson, la capogruppo di Alliance Valdotaine Patrizia Morelli: “Non penso che sia una mancanza di coraggio, ma penso che ci sia stata la valutazione di far fin da subito un passo indietro per togliere le istituzioni dall’imbarazzo”.
Invita alle dimissioni anche gli altri colleghi, che figurano nelle carte dell’inchiesta Egomnia, Luciano Mossa del M5S: “Le accuse che leggiamo sono pesantissime e le prove sembrano schiaccianti: oltre a chi si è dimesso, ci sono altri che dovrebbero fare ugualmente un passo indietro, perché altrettanto coinvolti in questi rapporti con le ‘ndrine, senza aspettare ulteriori avvisi di garanzia.”
La lunga giornata del Consiglio regionale termina con la decisione di riunire, in via informale, già domani mattina alle 10.30, la II Commissione, per valutare l’esame delle leggi di bilancio.