Continua la cavalcata della startup Qwarzo verso riconoscimenti sempre più prestigiosi. Dopo la sua nascita ecco arrivare il primo riconoscimento internazionale che lancia la giovane azienda tra i grandi nomi della rivoluzione ecologica del nuovo millennio. A Manuel Milliery, CEO valdostano della startup, e al suo team è stato consegnato il premio National Geographic per la categoria “World Best Solution Against Ocean Plastic Pollution“. In sostanza, la rivista scientifica, punto di riferimento per molti del settore, ha nominato la neonata azienda come ideatrice della migliore soluzione contro l’inquinamento da plastica negli oceani.
Selezionati da un gruppo di quasi 300 team provenienti da tutto il mondo, i vincitori e i secondi classificati, per ciascuna delle categorie, condivideranno il premio di 300.000 dollari per implementare i progetti volti a ridurre la quantità di plastica monouso negli oceani.
E, in effetti, le idee rivoluzionarie di Qwarzo, se concretizzate come sta avvenendo, potrebbero davvero cambiare il mondo delle componenti di plastica monouso. Per la categoria “progettazione”dei National Geographic Award ha vinto Qwarzo (con sede in Francia), che sta sviluppando una tecnologia innovativa per produrre un materiale biodegradabile, compostabile e riciclabile al 100% che potrà essere utilizzato per sostituire completamente e a costi ridotti la plastica monouso utilizzata per molti prodotti tra cui cucchiaini di caffè, stoviglie, cannucce e tanto altro.
Entusiasta Manuel Milliery che cerca di celare l’orgoglio con un po’ di sana ironia: “Che posso dire di questo riconoscimento? È bellissimo! Per dirlo alla valdostana, è il bosquet della finale regionale o, più laicamente, è un po’ come vincere la Champions League. Abbiamo iniziato quest’avventura di Qwarzo un anno fa, a dire il vero, Luca, l’inventore della formula di Qwarzo, ha iniziato 25 anni fa. Ci siamo iscritti da subito a questo concorso di National Geographic che cercava la migliore soluzione per eliminare il problema dell’inquinamento della plastica negli oceani. Ogni mese una revisione dei progressi e a giugno, siamo stati selezionati tra i finalisti. Il concorso non è riservato alle startup, ma a tutte le aziende grandi e piccole e alcuni dei nostri concorrenti avevano davvero le spalle grosse”.
Il percorso per arrivare a questo risultato non è stato immediato o semplice, tutt’altro, si tratta di un lavoro intenso di mesi di progetti e report: “Da giugno a Novembre abbiamo continuato a fare report sull’avanzamento del progetto e delle tecnologie, dopo di che la fase finale a Washington DC: un pitch davanti ad una giuria mondiale di esperti di tutti i tipi. Dieci minuti di presentazione e poi una serie di domande e una lunga discussione, un po’ come una tesi di laurea, ma molto più cattiva e dove non ci si può preparare, perché non esiste il manuale su come rimpiazzare con successo la plastica con la carta”.