Per far fronte alle emergenze che stiamo vivendo e che vivremo nei prossimi giorni legate al coronavirus, sono già diverse le raccolte fondi lanciate dai vari soggetti: dall’USL in primis, ma anche sulla piattaforma Gofundme, dal mondo sociale e dalla Fondazione Abri.
Non ci sono, però, solo i canali “ufficiali”, ma molto si sta facendo “dal basso”, in quel microcosmo di solidarietà che, come il concetto stesso implicherebbe, si fa ma non si dice.
Piccoli grandi gesti, rivolti soprattutto al personale medico ed infermieristico, che non possono essere scovati se non attraverso i ringraziamenti dei beneficiari tramite Facebook o in pochi altri modi.
E’ il caso, per esempio, degli operatori della chirurgia e del reparto emergenza Covid-19, che nei giorni scorsi hanno ricevuto dei generosi doni: delle pizze da parte di Rossopomodoro ed un dolce da parte di Nicola e Milena Brischiggiaro e dello staff della piscina di Variney.
Altre volte, il pensiero può essere uno striscione, un applauso, un sorriso: gesti che scaldano il cuore di chi li riceve e danno loro coraggio. Come ad esempio l’applauso reso dai residenti vicino alla microcomunità di Sarre al personale sociosanitario della struttura.
C’è anche chi, tra i nostri lettori, suggerisce di sfruttare #iorestoacasa per fare della solidarietà: “Tra le altre cose che si possono fare in casa io suggerirei di fare della SOLIDARIETÀ’: non sono donando euro ma anche facendo piccoli lavoretti. L’unica iniziativa che viene in mente a me è questa: https://www.vivavittoria.it/ che era stata proposta anche in Valle d’Aosta, in piazza Roncas, a novembre, ma che continua nel 2020 con molti vantaggi: le persone possono impegnare un angolino di tempo con poco costo, si creano delle coperte, si raccolgono fondi per una causa nobile e concreta (possiamo poi decidere liberamente di comprare una coperta, che in Valle serve sempre, anche sul divano)”.