Responsabile reparto Covid-19: “Speriamo di esser vicini al picco, l’ospedale non può reggere oltre”

"La struttura questa volta può franare. Per questo la gente deve stare il più possibile tranquilla a casa, alimentandosi bene e non prendendo freddo”.
Dottor Giulio Doveri
Società

Nella battaglia contro il Coronavirus, in trincea ci sono loro: medici, infermieri, tecnici e oss. Nessuno di loro con una specializzazione in “epidemia” eppure tutti in questi giorni pronti a mettersi in gioco, senza risparmiarsi, imparando sul campo un nuovo e più stressante modo di lavorare.
“Nessuno di noi ha mai studiato o affrontato un’epidemia – racconta il dottor Giulio Doveri, a capo del nuovo reparto Covid-19 – Non siamo perfetti, ma stiamo imparando tutti, tutti i giorni, confrontandoci con i colleghi della Lombardia e del Piemonte”.

Personale spostato da un reparto all’altro, a seconda delle necessità, interi reparti rivoluzionati. 
Il primo piano dell’Ospedale Parini da ieri è stato riservato ai Covid-19 con 66 posti letto.
“La situazione è critica, stiamo continuando a trasformare reparti che si riempiono di malati di varia gravità – racconta ancora Doveri –Dei 66 posti del reparto Covid-19, 55 sono quelli occupati con malati di varia gravità, c’è chi ha la classica polmonite, chi necessita di una ventilazione non invasiva, poi ci sono i sospetti, che bisogna isolare e proteggere il più possibile.”.

I pazienti più gravi, positivi al Coronavirus, si trovano nel reparto di rianimazione.
“Al momento abbiamo soprattutto persone anziane, con patologie pregresse. Le stiamo curando anche con terapie nuove, le stesse che ci sono in tutto il mondo avanzato. Alcune danno buoni risultati, ma si tratta di pazienti molto complicati e ci va tempo e pazienza.“

Tempo e pazienza che viene chiesto a chi oggi sta bene e si trova confinato a casa.
“Per ora la situazione è critica, ma ancora gestibile – sottolinea Doveri – Mi auguro che siamo vicini al picco, perché la struttura sanitaria non può reggere oltre. La struttura questa volta può franare. Per questo la gente deve stare il più possibile tranquilla a casa, alimentandosi bene e non prendendo freddo”.

L’emergenza Coronavirus è esplosa in Valle d’Aosta in pochi giorni. “Tutto il personale sta facendo enormi sacrifici con tanto impegno e dedizione. Tutti si sono adattati a questa situazione, che peraltro cambia di giorno in giorno. Non ho mai fatto una guerra, ma questa situazione si avvicina.”

E come in guerra il personale sanitario si prepara ogni giorno ad affrontare con una speciale armatura la battaglia.
“Per ogni caso dobbiamo vestirci e cambiarci ogni volta. Se prima per una visita in corsia mi servivano 20 minuti, oggi per un singolo paziente ce ne metto 40. E’ una procedura che tutti dobbiamo seguire per tutelarci”.

La preoccupazione è che i dispositivi di sicurezza individuali, come le mascherine, possano venire meno, vista la difficoltà di reperimento sul mercato. “Per questo non vanno sprecati, chi può deve stare a casa e non andarsi a fare una passeggiata con una mascherina”.

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