La riconversione della Clinica di Saint-Pierre in un ospedale interamente dedicato ai pazienti positivi al Covid-19 (due piani per 55 posti letto totali) per i mesi di aprile e maggio, come aveva anticipato ad AostaSera.it il coordinatore all’emergenza Luca Montagnani e confermato venerdì in conferenza stampa, al momento non può ancora partire perché il numero di infermieri e operatori socio sanitari dell’ISAV non è sufficiente a garantire un’adeguata qualità assistenziale.
Per ora, quindi, continuerà ad operare come reparto Covid solo il primo piano, attivo dal 1° aprile con 35 posti letto, mentre al secondo piano si sta procedendo alla dimissione dei pazienti negativi: cinque sono stati dimessi ieri e tre dovrebbero esserlo oggi. Altri non autosufficienti sono stati portati in ospedale in reparti non-Covid.
“Al momento è tutto sotto controllo dal punto di vista organizzativo e degli operatori, anche perché le attività si svolgono tutte su un piano, quello Covid, che è coperto a sufficienza. Per ora il secondo piano rimane a disposizione ma non è stato attivato, eventualmente ci si organizzerà secondo necessità”, confermano dall’ufficio stampa dell’ISAV. “Sappiamo che hanno problemi di personale e che si stanno attivando. Domani [oggi, nda] li sentiremo, se non sono riusciti a recuperare altre risorse ce lo dovranno dire”, commenta l’Assessore alla Sanità, Mauro Baccega.
Numeri che non garantiscono un’adeguata qualità assistenziale
Una scelta quasi obbligata, anche perché i numeri non sono tutto. Se è vero che c’è una carenza di operatori in forza alla clinica – infermieri ed operatori socio sanitari – dovuta a diversi fattori (tra positivi al virus, a casa con sintomi o per altri motivi, le defezioni sono una decina su un organico di circa trenta persone), è anche vero e forse più importante che la qualità del livello assistenziale richiesta in questa situazione deve rimanere alta. Il primo piano, al completo, ha 35 posti letto. Di questi, buona parte sono occupati da persone non autosufficienti che richiedono un alto livello assistenziale, fornito da medici dell’AUSL e da operatori dell’ISAV: tre infermieri ed un oss per volta che coprono turni di dodici ore. Aumentare il numero di pazienti senza un incremento proporzionale del personale significherebbe abbassare la qualità dell’assistenza e rischiare di portare allo stremo gli operatori, già messi duramente alla prova fisicamente ed emotivamente da una situazione d’emergenza.
Le precisazioni dell’ISAV
“Al momento ci sono 5 operatori positivi non in servizio [uno ricoverato in ospedale, nda], di cui 2 prima ancora della suddivisione tra reparti Covid e non Covid. Non risultano ad oggi né medici né fisioterapisti positivi, né operatori socio sanitari al primo piano, contrariamente a quanto riferito”, scriveva lunedì l’ISAV in una nota.
Al secondo piano sono stati trovati diversi pazienti positivi: “I pazienti inviati dalla geriatria/lungodegenza/altri reparti erano tutti a tampone negativo in ingresso (come da procedura concordata con AUSL) contrariamente a quanto asserito da più parti e come tali sono stati accolti e trattati in ISAV”, spiegano ancora da Saint-Pierre. “Sappiamo ormai che purtroppo anche un tampone negativo dà garanzie ma non certezze assolute e che un paziente può anche positivizzarsi in un secondo momento dall’effettuazione dello stesso e questo vale ovunque a prescindere da ISAV”.
Carenza di personale: un problema diffuso
La clinica ha provato ad attivarsi per la ricerca di altri operatori, ma senza troppa fortuna. Un problema, quello della carenza di personale, che riguarda tutto il sistema socio sanitario, dall’ospedale, alle strutture per anziani, e non solo in Valle d’Aosta.
L’Assessorato alla Sanità nei giorni scorsi ha avviato, tramite un’agenzia interinale, una campagna di ricerca di Oss o con qualifiche alternative, da assumere a tempo determinato per l’apertura delle due nuove strutture residenziali per anziani di Perloz per 19 posti letto e di Morgex per circa 45 posti letto, tutti destinati a ospiti no Covid. “Hanno risposto in dodici persone, soprattutto per la struttura di Morgex”, racconta l’Assessore Baccega. “Altro personale dovrebbe arrivare dai bandi della Protezione Civile”. Sempre sul fronte della ricerca di personale l’Assessore aveva presentato un emendamento alla seconda proposta di legge di misure anticrisi, in discussione in II Commissione, per l’organizzazione di nuovi corsi di formazione per operatori socio sanitari specializzati (OSSS). L’iniziativa è stata poi ritirata perché i fondi necessari, 1,5 milioni di euro, potranno essere attinti da risorse FSE.