Inizio oggi la mia collaborazione con Aostasera, che ha aderito con favore a questa mia idea.
Vorrei aiutare chi avrà la voglia di accompagnarmi in questo viaggio a districarsi nel mondo dei numeri nella Sanità, un mondo un po’ grigio e noioso ma che riserva sempre grandi sorprese se lo si sa interpretare con un minimo di consapevolezza.
In premessa le mie fonti: i numeri provengono dalle fonti ufficiali (Organizzazione Mondiale della Sanità, Protezione Civile, Istituto Superiore di Sanità); i commenti, le interviste e le riflessioni dei molti esperti (epidemiologi, virologi, igienisti, biologi, ecc.) provengono dal mondo dei media (web, giornali, canali TV). Li conosceremo strada facendo.
In Valle d’Aosta nel grafico dei nuovi casi sono evidenti le ampie oscillazioni giorno per giorno, dovute sia ai piccoli numeri che caratterizzano sempre la nostra regione, sia alle attese nelle risposte dei tamponi spesso inviati presso altri laboratori di analisi. Si osserva comunque un incremento costante dai primi giorni di marzo fino al picco di fine mese, per poi assistere ad un progressivo decremento dei casi.
Per quanto riguarda i deceduti, l’andamento della curva è del tutto analogo alla precedente, salvo il fatto che il picco è spostato alla prima settimana di aprile, quando si verificò un massimo di 12 decessi giornalieri.
I guariti hanno cominciato a presentarsi dalla fine di marzo e seguono una curva in progressivo aumento.
I casi attivi sono aumentati piuttosto velocemente fino alla prima settimana di marzo per poi stabilizzarsi in plateau con un massimo di circa 600 pazienti e poi ridursi progressivamente ed a velocità crescente, parallelamente all’aumento di guariti ed al diminuire dei deceduti.
Mettendo insieme i grafici di cui sopra si ottiene una rappresentazione dell’evoluzione del contagio in Valle d’Aosta: curva in calo per i casi attivi, curva in aumento per i guariti, curva piatta per i deceduti.
Esaminando ora i casi attivi, cioè coloro che sono attualmente malati e che impegnano il sistema sanitario regionale, vediamo che la maggior parte è assistita al domicilio, mentre i ricoveri in reparti Covid19 sono in lenta ma progressiva riduzione (da un massimo di 112 il 14 marzo agli attuali 86), così come quelli in rianimazione (da un massimo di 27 il 1° marzo agli attuali 7).
Dopo questa carrellata da fine febbraio ad oggi, merita precisare alcuni termini:
- casi: soggetti contagiati dal coronavirus grazie alla positività del tampone rinofaringeo
- deceduti: pazienti contagiati deceduti sia “con” sia “per” il coronavirus
- guariti: pazienti clinicamente guariti con due tamponi negativi eseguiti a breve intervallo
- casi attivi: pazienti attualmente in cura calcolati come casi totali – deceduti – guariti
I casi non diagnosticati (quelli che non hanno fatto il tampone), i deceduti prima della diagnosi ed i limiti intrinseci alla metodica del tampone (che come tutti i test in medicina hanno dei falsi positivi e dei falsi negativi) rendono non perfettamente aderenti alla realtà i dati ufficiali su cui tutti ci basiamo, ma ovviamente non ne conosciamo il margine di errore.
Confronto con le altre regioni.
Il confronto con le altre regioni italiane non è favorevole alla Valle d’Aosta, in particolare con le regioni del nord (al centro-sud, fortunatamente, non c’è stata l’esplosione della pandemia che si temeva). Vediamo come va con i casi totali: in proporzione al numero di abitanti siamo quelli che ne hanno di più. Questo dato però non significa che abbiamo sicuramente più malati delle altre regioni, perché il totale dei casi dipende anche dal numero dei tamponi eseguiti (più aumenta il numero dei tamponi tanto più è probabile trovare dei positivi).
Riguardo ai deceduti, la nostra posizione è certamente problematica, e questo dato non dipende più dal numero dei tamponi eseguiti: veniamo subito dopo la Lombardia, con oltre 100 morti per 100.000 abitanti
Sui guariti invece siamo i migliori: e la pendenza della curva, particolarmente ripida nelle prime settimane, lo dimostra chiaramente.
In ultimo i casi attivi: la nostra curva è anomala rispetto a quelle di confronto. Dalla metà di marzo abbiamo avuto un netto incremento col quale abbiamo superato le altre regioni, poi abbiamo avuto una fase di plateau con quasi 500 casi attivi per 100.000 abitanti, valore nettamente superiore alle altre regioni, per poi calare molto più rapidamente delle altre dall’ultima decade di marzo.
Infine un po’ di storia:
Permettetemi un ricordo del dottor Li Wenliang che per primo lancia l’allarme: arrestato per aver diffuso il panico, morirà di coronavirus a 32 anni e verrà dichiarato eroe nazionale.
Grazie di avermi seguito fin qui: al prossimo incontro.
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E’ proprio un refuso, fortunatamente non replicato nel relativo grafico. Chiedo scusa ai lettori.
Grazie davvero per la precisazione.
Luca Peano
Nel paragrafo che riporta i dati relativi alla mortalità vi è un evidente refuso con l’indicazione di 700 morti ogni 100.000 abitanti (dato che avrebbe eletto il Covid-19 ad una mortalità comparabile con l’ebola o peste.). Dal grafico è evidente che i casi potrebbero essere tra i 120 ed i 130.