Roma, 26 mar. – (Adnkronos/Ign) – Crollo del Pil, peggioramento dei conti pubblici e aumento della disoccupazione. Non sono rosee le previsioni di Confindustria per l'economia italiana nel 2009, anche se non mancano i segnali di ripresa a partire dal 2010 e buone notizie dal calo dei tassi e del petrolio.
In particolare, per il prodotto interno lordo, il Cestro Studi ha rivisto al ribasso le stime del 2009: quest'anno il pil dovrebbe diminuire del 3,5% mentre le stime dello scorso dicembre parlavano di un calo dell'1,3% e quelle di febbraio indicavano una contrazione del 2,5%. Uno scenario che si spiega con la marcata contrazione delle attività nella seconda parte del 2008 e della prima parte del 2009. Tuttavia, dal secondo semestre dell'anno, ci saranno segnali di ripresa e nel 2010 il Pil dovrebbe registrare una crescita dello 0,8%.
Come ha spiegato il direttore del Centro studi di Confindustria Luca Paolazzi il dato risente degli effetti del picco recessivo che si è avuto a cavallo tra il 2008-2009. "La marcata contrazione dell'attività -ha spiegato- , in questo periodo, ha lasciato una eredità negativa di quasi due punti. Qualunque cosa succeda ha poca incidenza sulla media. Anche in presenza di una ripresa molto forte nella seconda metà dell'anno, la flessione potrebbe attestarsi dal 3,5% al 3,2%". Inoltre, la produzione industriale ha continuato a registrare una forte caduta e gli indicatori, dagli ordini alla fiducia del manifatturiero (il minimo a febbraio è stato pari a 63,2), indicano che non ci sarà una svolta prima dell'estate.
In peggioramento anche i conti pubblici. A causa delle minori entrate e delle maggiori spese pubbliche dovute alla cattiva congiuntura, il deficit è destinato ad aumentare nel corso di quest'anno al 4,6% del Pil, dal 2,7% nel 2008 per poi iniziare a rientrare nel 2010 (4,3%). Il debito pubblico cresce dal 105,8% del Pil nel 2008 al 112,5% nel 2009 fino a toccare nel 2010 il 114,7%, valore di poco inferiore a quello del 1998.
Altra nota dolente riguarda l'occupazione: nel periodo che va dalla seconda metà del 2008 alla seconda metà del 2010 verranno persi 507mila posti, il 2,2% dell'occupazione totale e l'anno prossimo il tasso di disoccupazione salirà al 9%, un valore analogo a quello del 2001, dal 6,1%di minimo toccato nel 2007. Se si considerano anche le persone in cassa integrazione che quindi conservano formalmente il rapporto d'impiego, nel biennio considerato le unità di lavoro a tempo pieno calano del 2,8% (con 867 mila posti in meno)
Fortunatamente, nonostante la crisi, una buona notizia c'è. Grazie a tassi di interesse più bassi e ad una bolletta energetica più leggera, le famiglie italiane potranno infatti risparmiare fino a 4.000 euro l'anno. In particolare, spiega Confindustria, la discesa dei prezzi dei prodotti energetici consentirà alle famiglie di risparmiare 850 euro l'anno per le bollette. E complessivamente il risparmio energetico per l'Italia sarà pari a 35 miliardi di euro. Grazie al calo dei tassi d'interesse, invece, le famiglie italiane che hanno mutui ipotecari risparmieranno in media 3.200 euro.