Oli e cibi esteri alle mense dell’ospedale e delle scuole: due indagati

Si tratta del legale rappresentante della “Vivenda Spa”, nonché del vice-direttore del centro cottura situato ad Arnad, dove lo scorso novembre i Carabinieri del Nas avevano sequestrato alimentari dando il via all’indagine.
Foto di archivio - Il centro cottura pasti di Arnad
Cronaca

A chiusura dell’indagine iniziata con il sequestro di alimentari operato dal Nas dei Carabinieri lo scorso novembre nei locali di Arnad della “Vivenda Spa”, la Procura contesta il concorso in frode continuata nelle pubbliche forniture (segnatamente, il servizio mensa a favore dell’ospedale di Aosta e di alcune scuole pubbliche del capoluogo regionale) a due rappresentanti dell’azienda. Si tratta di Giorgio Federici, 62enne di Roma, legale rappresentante del colosso della ristorazione (3750 i dipendenti e oltre 162 milioni di euro di fatturato dichiarati sul sito web), e di Simone Frassy, 41enne di Valgrisenche, vice-direttore del centro cottura situato in bassa Valle.

Stando agli accertamenti, coordinati dal pm Luca Ceccanti, tra il 2017 e il 2019 avrebbero omesso “di garantire i servizi minimi a cui erano contrattualmente tenuti” nei confronti dell’Usl e del Comune di Aosta, nonché fornito “reiteratamente cibi, bevande e prodotti diversi da quelli previsti” dai capitolati dei due enti, consegnandone “di qualità e prezzo inferiore” rispetto agli alimentari indicati negli atti delle gare indette per l’affidamento dei rispettivi servizi mensa.

In particolare, anziché i prodotti italiani stabiliti dal capitolato dell’azienda sanitaria regionale, al “Parini” sarebbero arrivati miele prodotto con miscele anche dell’Ungheria, mozzarelle a base di latte tedesco, latte di vari paesi dell’Unione europea e formaggio spalmabile originato da latte non nazionale (peraltro dal prezzo inferiore dai prodotti stabiliti di circa 0,20 euro a confezione).

La contestazione, nella fornitura per le scuole del Comune di Aosta, riguarda nuovamente l’olio: invece dell’extravergine di oliva prodotto con olive italiane, “Vivenda” avrebbe utilizzato due “alternative” costituite da miscele provenienti da paesi europei. Inoltre, quanto ai servizi cui l’azienda si era impegnata, la Procura contesta che, nel locale adibito al consumo dei pasti da parte del personale Usl, era garantita solo la fruizione contemporanea di 40 pasti, anziché i 50 dichiarati nell’offerta tecnica.

Inoltre, ai due indagati viene contestata la mancata costituzione della scorta alimentare, a cui ricorrere per situazioni di approvvigionamento di emergenza, presso lo stabilimento “Maison Bertolin” e la non predisposizione dell’area ludica presso il reparto pediatrico dell’ospedale regionale. Entrambi gli adempimenti erano stati assicurati da “Vivenda”, secondo quanto accertato dalla Procura, nella proposta valsale l’aggiudicazione della gara. Ricevuta la notifica della chiusura delle indagini preliminari, i due manager hanno ora venti giorni per chiedere al pm di essere sentiti, o di compiere altri atti d’indagine, nonché per consegnare memorie.

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