Fatta la “frittata” il Consiglio regionale si ferma. Dopo il “gran litigio” tra movimenti di ieri, che ha visto bocciare due articoli-chiave del disegno di legge anticrisi da 161 milioni di euro – il 13 ed il 17 –, si cerca di ricucire lo strappo.
Da un lato, a far discutere, è stato il “no” al cosiddetto “bonus Covid” per i sanitari impegnati nell’emergenza, affondato nella guerra di emendamenti e nel ricorso continuo al voto segreto tra minoranze in conflitto e una maggioranza che tale, nei numeri, non è.
Poi il “nodo” sul finanziamento ai Comuni – che già aveva visto i Sindaci valdostani innervosirsi per la proposta della Lega di tagliare per 17 milioni il finanziamento agli Enti locali per poter suddividere il risparmio su altre voci di Bilancio –, che ha visto saltare emendamento e articolo in un colpo solo.
La mattinata, in piazza Deffeyes, comincia e si chiude subito con le parole della Presidente del Consiglio Emily Rini: “La capigruppo si è riunita per capire come bypassare lo spettacolo indecoroso offerto ai valdostani in questi giorni, che chiedono risposte. All’unanimità hanno chiesto un momento di incontro per trovare una sintesi su due tematiche: l’indennità ai sanitari ed il finanziamento ai comuni, c’è disponibilità al dialogo. Crediamo che nelle prossime ore i gruppi ed il governo si possono confrontare e fornire una risposta costruttiva in quest’aula, per sanare lo spettacolo sgradevole di questi giorni. Chiediamo che prevalga il buon senso e la volontà di dare delle risposte ai cittadini”.
Il Consiglio è sospeso e riprenderà alle 15.30.
Dentro l’aula
Mentre i gruppi cercano una quadra, dall’interno dell’aula arrivano le prime reazioni politiche.
A partire da Rete Civica che in una nota esprime “costernazione per la situazione di impasse del Consiglio regionale che non riesce ad approvare la legge con le misure per far fronte alle conseguenze dell’epidemia in campo sanitario scolastico ed economico”, e che ritiene ora “importante proseguire nell’esame e nella votazione del Disegno di legge-60”. Per quanto riguarda i due articoli non approvati “ed altri che potrebbero fare la stessa fine” il movimento “chiede che ci sia la volontà di tutto il Consiglio di riesaminare tali articoli e trovare una sintesi unitaria“.
Non dissimile la posizione del gruppo Stella Alpina che, in un comunicato firmato con il consigliere del Gruppo misto Giovanni Barocco parla del suo “profondo rammarico per quanto avvenuto ieri in Consiglio Regionale rispetto alla parte del Disegno di legge in discussione che prevedeva ingenti risorse a favore degli Enti Locali valdostani”. “Solo chi non ha mai amministrato e fatto politica può arrivare a fare il madornale errore, senza neanche metterci la faccia, di non sostenere un impegno così importante per i nostri Comuni – scrivono -. Soprattutto la mancata restituzione della metà dell’extragettito Imu, che mette a repentaglio gli equilibri di bilancio di tutti i nostri Comuni, trasuda sdegno e vergogna per tutti e 35 gli attuali occupanti il Consiglio Valle. Siamo un Consiglio sciolto, cerchiamo una soluzione condivisa quest’ultima volta”.
Fuori dal Palazzo
Fuori le mura di Palazzo regionale, invece, ad attaccare frontalmente il Consiglio, e soprattutto la Lega, è il Partito democratico: “Pensavamo di averle viste tutte – si legge in una nota -, ma mai avremmo immaginato di vedere un Consiglio incapace di votare il premio al personale sanitario che ha combattuto contro il Covid. La realtà ha superato i nostri incubi, ci siamo trovati davanti un Governo regionale incapace di portare a casa un risultato che era il minimo sindacale e alla Lega che se ne infischia del rispetto del lavoro di chi è stato in prima linea, perché è più importante ottenere visibilità in vista delle prossime campagne elettorali. La Lega Valle d’Aosta e i suoi satelliti si sono dimostrati, per l’ennesima volta, incapaci di mettere da parte il loro mero interesse elettorale per il bene di tutti. Si sono nascosti dietro il voto segreto, ma il loro giochino è palese: siccome non erano riusciti a far approvare i loro emendamenti, hanno deciso di far saltare l’articolo 13 della legge di assestamento. Articolo che decideva di istituire un premio per il personale sanitario che ha lavorato nell’emergenza Covid”.