Milano, 18 apr. (Adnkronos) – Legata con una catena di ferro, costretta a vivere in gabbia, a subire gli abusi di un uomo e del figlio di 14 anni, a prostitursi in strada. E' questo quanto ha vissuto per 2 mesi una ragazza romena di 18 anni, arrivata a Milano con la promessa di un lavoro come badante. Un viaggio da un piccolo paesino della Romania alla stazione Centrale di Milano, poi le speranze si sono infrante quando i suoi aguzzini, una coppia e il figlio 14enne, l'hanno costretta a seguirli fino a via Selvanesco, dove c'e' una baraccopoli abitata da rom romeni.
Una vecchia roulotte e poche case di lamiera lontane dal centro che si sono trasformate in una prigione: i due le hanno incatenato un piede, le hanno legato i polsi e padre e figlio l'hanno violentata a turno. Chiusa nella baracca con un lucchetto per impedirle la fuga, la ragazza e' stata costretta a prostituirsi in via Manduria. Inutili i suoi tentativi ripetuti di scappare: la sua carta d'identita' era nelle mani della donna, tutti i guadagni le venivano sottratti e veniva picchiata per scoraggiarne ogni iniziativa di ribellione. Solo il 15 aprile scorso la ragazza, con l'aiuto di un cliente, e' riuscita a raggiungere la caserma dei carabinieri e a denunciare i suoi sfruttatori.
Per l'uomo, 32 anni e sua moglie Silva, 31 anni, sono scattate le manette per violenza sessuale in concorso, sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitu'. Gli stessi reati per i quali e' stato denunciato il figlio minorenne della coppia, il quale aveva la funzione di 'custode' della 18enne. Nella perquisizione i militari della compagnia Porta Magenta hanno sequestrato alcuni coltelli, perfettamente descritti dalla vittima, con i quali veniva minacciata e seviziata. La vittima, i lividi sul suo corpo e sul viso sono ancora visibili, si trova in una comunita' protetta, mentre per la coppia di romeni si sono aperte le porte del carcere di San Vittore.