Coronavirus, Confcommercio porta in piazza i ristoratori

Domani, mercoledì 28 ottobre alle 11.30 in piazza Chanoux e in altre 17 piazza italiane, si svolgerà la manifestazione #siamoaterra. I partecipanti, tutti vestiti di nero,  andranno ad allestire in terra 60 coperti apparecchiati con tovaglie e stoviglie, per simboleggiare, anche visivamente, la situazione di un settore fortemente danneggiato.
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Ci sarà anche Aosta fra le 18 città che domani, mercoledì 28 ottobre alle 11.30, vedranno scendere in piazza i gestori di pubblici esercizi, sui quali si abbattono alcune delle nuove misure restrittive messe in campo domenica dal Governo nella lotta contro il Coronavirus. Da ieri, infatti, per bar e ristoranti è arrivato l’obbligo di abbassare le serrande alle ore 18.

#Siamoaterra lo slogan che accompagna la manifestazione organizzata dalla Federazione Italiana Pubblici esercizi (FIPE) a livello nazionale a cui aderisce anche la Fipe Confcommercio valdostana.

La manifestazione pacifica, si svolgerà in piazza Chanoux “nel pieno rispetto delle norme anticontagio da Covid-19”.

I partecipanti, tutti vestiti di nero,  andranno ad allestire in terra 60 coperti apparecchiati con tovaglie e stoviglie, per simboleggiare, anche visivamente, la situazione di un settore fortemente danneggiato.

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Durante la manifestazione verrà anche suonato, contemporaneamente a tutte le altre città, l’inno di Mameli.

“Scendiamo in piazza per evitare che passi il messaggio che i pubblici esercizi abbiano un ruolo nella diffusione del contagio. – dichiara Graziano Dominidiato, Presidente della Fipe-Confcommercio VdA – Non esiste alcuna connessione tra quest’ultimo e l’apertura dei locali, anche perché gli operatori del settore rispettano seriamente i protocolli sanitari imposti e validati dal Cts e dall’Inail. Protocolli che hanno richiesto investimenti economici significativi e garantito sicurezza ai consumatori. Per questo motivo FIPE VdA chiede a gran voce all’Amministrazione Regionale di fare il possibile per modificare gli orari di chiusura di bar e ristoranti come avvenuto in altre regioni”.

Secondo i calcoli dell’Associazione, se non accompagnate da aiuti concreti e immediati, le ulteriori restrizioni contenute nell’ultimo Dpcm porteranno alla perdita per il comparto di 50.000 aziende con ben 300.000 posti di lavoro in bilico.

“Il settore rischia il suo futuro – ribadisce Lino Stoppani, Presidente Fipe-Confcommercio – Il Governo, anche in incontri odierni, ha confermato l’impegno di dare seguito immediato a molte delle misure richieste in più occasioni dalla nostra Federazione. Contributi a fondo perduto, interventi sulle locazioni, cancellazione – differimenti di scadenze fiscali, ammortizzatori sociali. Aspettiamo di vedere il provvedimento in approvazione oggi in Consiglio dei Ministri, è fondamentale per consentire la sopravvivenza di un comparto decisivo per la filiera agroalimentare e per il turismo di questo paese”.

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