L’agonia del Consorzio turistico a Courmayeur tocca anche il futuro di quattro dipendenti

Bufera attorno al Consorzio operatori turistici Valle del Monte Bianco. La liquidazione sembra l’alternativa più probabile dopo il taglio di fondi. Quattro dipendenti rischiano il posto. «Parlerò dopo il 15 maggio», dice l’assessore al Turismo Truchet
L'assemblea del Consorzio turistico Monte Bianco
Economia
I soci del Consorzio operatori turistici Valle del Monte Bianco si sono riuniti nei giorni scorsi per decidere sul futuro dell’organizzazione. Alla fine l’assemblea ha eletto un nuovo direttore, Ivan Parasacco, che sostituisce il dimissionario Roberto Rota e un direttivo (Bruna Berthod, Diletta Roveyaz e Danilo Pizzato) temporanei che hanno il compito di traghettare il Consorzio almeno sino alla fine di maggio, data entro la quale sarà riconvocata un’altra assemblea.
Il futuro non sembra roseo e la possibilità della liquidazione e dello scioglimento sembrano ormai l’alternativa più probabile.
I problemi nascono con la volontà dell’amministrazione comunale di far rinascere, sotto forma diversa, il Csc, il Centro servizi Courmayeur che, come dice l’assessore al Turismo Ferruccio Truchet "farà promozione istituzionale".
 
L’obiezione che si è alzata da una parte dell’assemblea dei soci è che la promozione la fa già il consorzio. Ma le cose sono destinate a cambiare, con quella istituzionale gestita direttamente dalla società del comune. La prima e più rilevante conseguenza di questa decisione riguarda il lato finanziario, con il comune di Courmayeur che chiuderà i rubinetti. Il che, per il Consorzio, vuol sostanzialmente dire avere un bilancio dimezzato. In media, infatti, il comune contribuiva con oltre 150 mila euro l’anno. Nel periodo che va dal 1° luglio 2008 al 30 giugno 2009 la proiezione delle entrate si aggira attorno ai 393 mila euro. Di questi la maggioranza, ossia 196 mila, arrivano dalle casse comunali; i consorziati contribuiscono con 116 mila euro, 25 mila sono soldi di sponsorizzazioni, 50 mila contributi regionali e 6 mila entrano grazie all’affitto del Centro congressi. "Il comune – puntualizza Truchet – non può per legge dare soldi al Consorzio".
 
A questo punto gli scenari possibili sono due: o il consorzio chiude o cambia totalmente modo di lavorare, ridimensionando il suo raggio d’azione, occupandosi della sola promozione dei consorziati.
Il problema ha in realtà radici lontane, e coincide con la nascita stessa, cinque anni fa, del Consorzio. Sono circa 150 – tra commercianti, albergatori e ristoratori – i soci. Questi pagano una quota annuale (cha varia dalle poche centinaia di euro a qualche migliaio) per promuovere le loro attività. C’è poi una fetta considerevole di commercianti che ha preferito non consorziarsi, non pagando quindi nessuna quota. "Noi paghiamo due volte – dicono alcuni consorziati – come contribuenti e come consorziati, e abbiamo lo stesso risultato di chi non paga". La quota comunale, in effetti, deve essere spesa per promuovere la località nel suo complesso, quindi anche i non consorziati.
 
"Credo che il nuovo Csc e il consorzio possano convivere – dice ancora Truchet – con compiti diversi", in realtà, senza soldi, il Consorzio non andrà lontano. Lo scopo, per il momento è di portare a termine le iniziative già intraprese, poi si vedrà. "Sarebbe bello sapere cosa ha in mente il Comune", dice Manuel Castelnuovo (direttore della scuola di sci Courmayeur) a Truchet. "Il Comune ha le idee chiare – risponde l’Assessore -, sappiamo cosa vogliamo fare, ma parlerò solo dopo il 15 maggio, in seguito al Consiglio comunale, prima non posso parlare". Che fine farà il Consorzio? Si saprà solo verso fine maggio. Sino ad allora trionferà un grosso punto di domanda, che pende come una spada di Damocle sulla testa dei 4 dipendenti del Consorzio. Quattro professionisti che non sanno cosa aspettarsi. La liquidazione implicherebbe perdere il lavoro. Nel migliore dei casi il personale verrebbe comunque dimezzato. Che ne sarà di loro? Non si sa.

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