Cocaina nascosta nella stalla dei cavalli, arrestati due aostani

Nell’operazione “White Horse”, condotta dalla Polizia all’alba di oggi, sono finiti ai domiciliari Piero Bredy (62 anni) e Marco Cabraz (28). Sequestrati 20 grammi di “neve”, già suddivisa in dosi e pronta allo spaccio.
Polizia furti
Cronaca

Due arresti per detenzione di cocaina ai fini di spaccio. Ad eseguirli all’alba di oggi, mercoledì 18 novembre, la Polizia di Stato, a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare spiccata dal Tribunale di Aosta sulla base delle indagini della Squadra Mobile. In manette, ai domiciliari, sono finiti Piero Bredy (62 anni) e Marco Cabraz (28), entrambi di Aosta. Nell’operazione, denominata “White Horse”, sono stati sequestrati 20 grammi di “neve”, già suddivisa in dosi e pronta allo smercio.

L’inchiesta, coordinata dal pm Luca Ceccanti, è stata avviata lo scorso maggio dopo che ai “detectives” diretti dal commissario capo Francesco Filograno era arrivata voce che un uomo, successivamente identificato in Bredy, fosse in grado di procacciarsi dello stupefacente, per poi venderlo ad Aosta. I primi riscontri hanno evidenziato come il 62enne intrattenesse contati continui con diversi clienti, mettendo inoltre a fuoco la tecnica usata per lo spaccio (ed il prezzo praticato, di 100 euro al grammo).

Ricevuta la richiesta di cocaina, il pusher si recava personalmente al domicilio dell’acquirente, oppure lo invitava nella sua abitazione, situata in un angolo riparato della collina del capoluogo regionale e raggiungibile solo percorrendo una strada poderale lunga e tortuosa. L’arrestato è appassionato di cavalli: la droga sequestrata, trovata nella perquisizione dell’abitazione, era nascosta in un bidone del mangime, nella stalla per i quadrupedi (da lì il nome dell’operazione). Nascosti in casa (dov’erano sparpagliati in varie stanze e perfino all’interno di una Grolla) sono stati invece rinvenuti oltre 2mila euro in contanti, ritenuti – fanno sapere dalla Questura – “provento dell’attività delittuosa”.

L’altro arrestato, Marco Cabraz, per gli inquirenti era persona di fiducia di Bredy, dato emerso anche dalle conversazioni ascoltate dagli inquirenti. “Consapevole del business criminale gestito dall’amico e potendo contare sulla disponibilità di cocaina di quest’ultimo – spiega la Polizia – provvedeva a spacciarla anche per proprio conto ad una cerchia di clienti fidelizzati”. A consolidare il quadro indiziario a carico dei due pure le dichiarazioni rilasciate dalla ventina di consumatori monitorati dalla sezione Narcotici della Mobile nelle indagini, che hanno confermato agli investigatori di aver comprato in svariate occasioni lo stupefacente da Bredy e Cabraz.

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