“La montagna non è solo discesa”: lo sci di fondo spera nel rilancio

A dirlo sono Fabrizio Lombard, presidente AVEF e Marco Albarello, intervenendo dopo Reinhold Messner, nel dibattito in corso sulla probabile chiusura durante le festività natalizie degli impianti sciistici.
Sport

E se l’inverno 2020/21, segnato dal Covid-19 e relative limitazioni e zone rosse, mettesse fine all’equazione “sci = sci alpino”? Il dibattito degli ultimi giorni – e non solo in Valle d’Aosta – ruota attorno alla paventata e sempre più probabile chiusura delle stazioni sciistiche, con danni economici pesantissimi non solo per gli impianti di risalita, ma anche per le attività commerciali e ricettive, in una regione che vive di turismo invernale. Il governo centrale è al lavoro per ristori per i settori più colpiti, ma non può bastare.

Come ha ricordato anche Reinhold Messner in un’intervista a Repubblica, la montagna non è solo sci di discesa. Un inverno senza sci alpino potrebbe essere l’occasione per rilanciare lo sci di fondo – come lo scialpinismo e le ciaspole – in un contesto allo stesso tempo sicuro e salutare. Sci di fondo che, con le dovute proporzioni, può essere comparato alla corsa, disciplina tollerata dagli ultimi DPCM: all’aperto, con distanziamento naturale, e senza creare assembramenti. Certo, permanendo la zona rossa in Valle d’Aosta, il problema è quello degli spostamenti.

“Se dovesse arrivare la neve naturale o si sparasse quella artificiale, le piste da fondo potrebbero già riaprire”, commenta Fabrizio Lombard, Presidente dell’AVEF, Associazione Valdostana Enti Gestori Piste Sci di Fondo (che ha da poco aperto la sua pagina Facebook per aggiornare i clienti), e gestore della pista di Saint-Barthélemy. “Il problema è che potrebbero utilizzarle solo gli atleti di interesse nazionale FISI ed i residenti dei comuni in cui le piste si trovano. Noi speriamo nella fine della zona rossa e che si possa tornare a circolare tra comuni e regioni, altrimenti l’utenza sarebbe troppo limitata”.

La montagna non è solo sci alpino. Certo, è uno sport di massa che muove un indotto enorme in Valle d’Aosta, ma questa situazione potrebbe portare a riscoprire la nostra disciplina”, prosegue Lombard. Se il momento dell’attività fisica in sé non comporta problemi legati alla diffusione del virus, gli unici elementi critici potrebbero essere i foyers ed i bar/ristoranti: “Gli esercizi sono già attrezzati ed organizzati da quest’estate, al limite faranno solo asporto. Non ci sono protocolli ufficiali, ma delle linee-guida che stiamo imbastendo tra noi gestori: per quanto riguarda docce e spogliatoi, possiamo seguire i protocolli che hanno gli altri impianti sportivi, mentre per le biglietterie stiamo pensando di farle all’aperto ed online, anche se quest’ultima opzione difficilmente si concretizzerà in questa stagione”.

Tutto dipenderà dalle decisioni del Governo. “Noi siamo disponibili se c’è da fare qualcosa. Con la Regione il dialogo è aperto e ci confrontiamo costantemente. Speriamo che, nella difficoltà della situazione, questa possa essere un’occasione per riscoprire lo sci di fondo”.

Per Marco Albarello “lo sci di fondo è un atout molto importante che può godere di nuova luce”

Anche Marco Albarello, atleta di spicco della disciplina, si augura la stessa cosa: “Con il Covid l’interesse per il fondo cresce, anche se chi gestisce le piste deve affrontare delle spese difficilmente ammortizzabili, soprattutto se non ci si può muovere. È un atout molto importante per la nostra regione, siamo bravi a fare anche quello e possiamo dare una luce nuova a questo sport: la tranquillità, la purezza, lo spirito green, il benessere psico-fisico in sicurezza. Bisogna vedere cosa studieranno gli amministratori, ma sono un po’ scettico”. Stesso discorso per lo scialpinismo: “Con gli sci da fondo puoi andare dove vuoi, così come con le pelli, anche se lo skialp comporta maggiori rischi di infortuni che andrebbero a pesare sulle strutture ospedaliere”.

Si muove anche la Francia

Anche in Francia il Presidente Macron ha chiuso alla possibilità di apertura delle piste da sci per Natale. Jean-Marc Peillex, sindaco di Saint-Gervais, non si spaventa: “Bisogna agire e non lamentarsi. A Saint-Gervais “crisi” fa rima con reazione, invenzione, adattamento. L’eccezionale patrimonio naturale offerto dal massiccio del Monte-Bianco è l’ambiente ideale per conciliare rispetto delle regole di distanziamento con la pratica sportiva o semplicemente con camminate nei boschi o in media montagna”.

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