Tante le richieste arrivate agli sci club, con la speranza di poter usufruire degli impianti di risalita, ma poche sono state accolte. Registrato comunque un lieve aumento.
A farsi portavoce dei votorneins è Marco Carrel. Con una missiva scuole sci e commercianti Breuil chiedono chiarimenti e rassicurazioni sul fatto che, quando le norme lo permetteranno, Breuil-Cervinia potrà riaprire le piste su tutto il suo comprensorio e tornare ad essere una realtà turistica ed economica a sostegno di tutta la regione."
Oltre 400 persone fra addetti agli impianti a fune, maestri di sci, albergatori e ristoratori hanno risposto all'invito lanciato dai sindacati. "Siamo stanchi di non arrivare a fine settimana, è inaccettabile nel 2021 avere gente che fa coda alla Caritas". Bertschy: "Al lavoro per una risposta complementare a quella nazionale".
L'obiettivo è ottenere azioni concrete e veloci in materia di ristori. I sindaci condividono le "motivazioni degli operatori oggi in piazza ad Aosta; da parte nostra, vogliamo portare avanti queste istanze attraverso i canali istituzionali: al Governo chiederemo di farsi carico delle conseguenze di scelte che ci hanno fortemente penalizzato”.
Voto di astensione per Lanièce. Portando "la rabbia e la delusione che c'è nel mio territorio" il senatore ha chiesto "risposte e riscontri concreti ai territori e aiuti economici alle tante troppe famiglie che sono in difficoltà".
La manifestazione è in programma alle ore 10.30 di giovedì 18 febbraio. Oltre a sensibilizzare il governo ad avere maggior rispetto per la montagna, l''appuntamento che vedrà la presenza dei sindacati degli impianti a fune, chiede "la possibilità di rivedere le ultime scelte ed avere un programma di ristori adeguato".
"A livello regionale servono azioni che intervengano a complemento di quanto farà lo Stato, per dare risposte puntuali a quei valdostani che sono stati messi in ulteriore difficoltà dallo stop alle attività degli impianti dopo tanto lavoro di preparazione e adeguamento."
Riunione ieri del Dipartimento Montagna della Lega Salvini Premier, a Palazzo Lombardia, alla presenza del Ministro per il Coordinamento di iniziative del settore del Turismo Massimo Garavaglia e del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana
Dopo la firma del Ministro Speranza al provvedimento che vieta l'apertura degli impianti sciistici fino al 5 marzo, piovono le reazioni della politica, ma anche dei maestri di sci, sindacati e Adava. Avif e Confindustria spiegano: "L’impatto sul sistema economico della nostra Regione, se non arriveranno in tempo breve degli aiuti concreti, sarà devastante”.
L'Assessore regionale agli impianti a fune Luigi Bertschy in contatto con le altre regioni: "Siamo molto infastiditi da questo modo di comunicare che non segue le procedure istituzionali. Al momento comunque non c’è nessuna convocazione del Consiglio dei ministri imminente che possa fermare l’apertura dello sci domani e in settimana".
Approvata all'unanimità una risoluzione che impegna il Governo regionale a definire, assieme a Finaosta, le modalità di apertura degli impianti di risalita e a trovare le necessarie contromisure a sostegno delle società di impianti a fune e dell'indotto sia con risorse finanziarie proprie che con i ristori nazionali. L'iniziativa sollecita anche il Presidente della Regione a emanare una ordinanza per definire le modalità tecniche per la riapertura degli impianti.
Quasi tutti gli operatori commerciali del paese si sono ritrovati ieri per ribadire l'importanza della ripartenza. "Gli impianti di Torgnon creano economia e posti di lavoro per il territorio, non solo per questo comune ma anche per i comuni vicini".
Si attendono decisioni da Roma sulla ripartenza dello sci e sulla mobilità interregionale. A voler riaprire non sono solo i grandi comprensori sciistici, anche Crevacol e Cogne sperano di poter rimettere in funzione gli impianti.
"Senza la garanzia di spostamento fra regioni è giocare d’azzardo" dice Filippo Gérard Presidente Adava. "Sinceramente preferirei rinunciare ancora a due settimane, piuttosto che aprire per dover poi poco dopo chiudere". Fournier: "Aprire anche per poco è comunque un segnale di vita, nel deserto delle nostre località".
Il CTS non ha approvato la parte delle linee guida che proponeva l'apertura con capienza ridotta al 50% degli impianti nelle zone arancioni. Bertchy: "Ora al lavoro per ottenere la mobilità tra regioni".
La conferenza delle Regioni ha approvato una proposta di linee guida che prevedono la riapertura parziale al 50% degli impianti, a partire dal 15 febbraio, anche nelle regioni catalogate come “arancioni”.