Il nuovo DPCM, in vigore da oggi, venerdì 4 dicembre, ha sancito quanto già si temeva: gli impianti sciistici resteranno chiusi dal 4 dicembre al 6 gennaio se non per atleti professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e/o dalle rispettive federazioni per permettere la preparazione finalizzata allo svolgimento di competizioni sportive nazionali e internazionali o lo svolgimento di tali competizioni. Un duro colpo per gli sport invernali che ha suscitato la forte reazione da parte del più alto vertice federale, il presidente della FISI Flavio Roda.
“Le misure del nuovo Dpcm non tengono in nessun conto il mondo della montagna e degli sport invernali”, ha dichiarato Roda. “Non c’è confronto, manca la conoscenza di base del mondo della montagna, che ha nel suo DNA il rispetto delle regole. Sembra che tutto il contagio possa venire dal mondo dello sci, che è chiuso senza un vero motivo”.
Oltre a sottolineare il rispetto delle regole e dei rigidi protocolli, Roda sottolinea l’importanza del mondo dello sci anche a livello economico: “Il nostro sport rappresenta il traino per il turismo invernale, che genera un indotto enorme. Ma non c’è rispetto. Non veniamo nemmeno presi in considerazione. Chi ama lo sci e lo vorrebbe praticare deve restare a casa, gli impiantisti devono tenere chiuso, gli atleti di alto livello devono fare miracoli per riuscire ad allenarsi. Per loro è un lavoro, ma non sembra sia considerato”.
“Qual è il senso di tutto ciò?”, si chiede infine Roda. “Penso che le autorità dovrebbero avere più rispetto del mondo della montagna e di quello che significa per l’Italia. Questo Dpcm dimostra solo ignoranza sulla materia”.