Il 18 febbraio gli impianti a fune valdostani apriranno. E lo faranno sebbene la mobilità tra regioni non ripartirà prima del 25 febbraio.
Alla conferma del Presidente Avif Ferruccio Fournier, manca però il dato di dettaglio, capire cioè se i comprensori apriranno per intero, o se faranno delle scelte. Molto, come risaputo, dipende proprio dalla possibilità di spostarsi tra regioni, anche se le variabili in gioco sono molte, a partire da un atteso Dpcm che potrebbe cambiare i piani.
“C’è la voglia di ripartire per provare a dare un segnale di ottimismo – spiega Giorgio Munari, Amministratore delegato di Monterosa Ski –. La situazione è molto complessa e ci sono tanti fattori esterni che influenzano la nostra gestione. Dobbiamo navigare a vista e essere pronti a modificare l’organizzazione. Vogliamo provare a dare una mano ai nostri territori, ma non possiamo dissanguarci, per questo bisogna fare attenzione ai costi”.
Da qualche parte bisogna però cominciare – e Monterosa già dal suo sito internet, unico comprensorio fra tutti, annuncia l’apertura –: “L’idea è quella di aprire tutto il comprensorio grande da giovedì alla domenica – aggiunge Munari –, mentre dalla prossima settimana, ancora dal lunedì al venerdì, solo la dorsale che va verso Alagna. Per Champorcher sono in corso dei ragionamenti per aprire questi primi quattro giorni e valutare l’entità dei frequentatori. Gli acquisti dei biglietti saranno online con un contatore che consentirà la vendita fino al raggiungimento del limite. Quest’ultimo sarà deciso in una riunione che a breve avremo con l’Usl”.
Rimarranno invece chiusi Antagnod, Brusson e Weissmatten. In quest’ultima località, ad accogliere i turisti, ci sarà però il “Baby Snow Park”.
Stesse insicurezze da Courmayeur, dove sul sito delle funivie si annuncia la volontà della Regione di aprire dal 18, ma si specifica che il protocollo vigente prevede “importanti limitazioni sulle modalità di fruizione del comprensorio, in particolare il numero chiuso”. Il tentativo, comunque, sarà quello di aprire il più possibile.
Ancora da capire il destino soprattutto degli impianti più piccoli. Su questo i telefoni suonano a vuoto e le bocche restano per il momento ancora cucite.